Uscirà tra pochi giorni in libreria il nuovo lavoro sui cambiamenti climatici di Alessandro Farruggia. Lo scrittore nato a Prato nel 1962, lavora alla redazione romana del Quotidiano Nazionale dove si occupa in primis di ambiente e di esteri. Ha seguito le trattative sul clima dal 1989, quindi da prima della nascita della Convenzione Quadro su Clima partecipando i questi 30 anni alle principali conferenze sul clima. Ha partecipato a due spedizioni in Antartide. Nel 2006 ha vinto il premio Saint-Vincent di giornalismo. Ha pubblicato Clima istruzioni per l’uso, con il fisico Vincenzo Ferrara, e Fukushima la vera storia.
“Il riscaldamento globale è, per la maggior parte, dovuto all’aumento delle concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera dovuto alle emissioni antropogeniche. Per mitigare il cambiamento climatico, dobbiamo ridurre o evitare queste emissioni. Tutti, tranne i negazionisti, concordano. Al fine di evitare le conseguenze più gravi del cambiamento climatico, i paesi sottoscrittori della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici hanno concordato nella confrenza di Parigi del 2015 di limitare al di sotto dei 2 °C , possibilmente entro 1,5 °C, l’aumento della temperatura superficiale media globale rispetto al periodo preindustriale. Per conseguire tale obiettivo, le emissioni globali di gas a effetto serra dovrebbero, entro il 2050, essere ridotte del 50 % rispetto ai livelli del 1990, per poi raggiungere, entro la fine del secolo, la neutralità carbonica . Tutto questo, in teoria.
In realtà non riusciremo a stare entro i due gradi, figurarsi un grado e mezzo. Gli obiettivi enunciati del protocollo di Parigi del dicembre 2015 si sciolgono come neve al sole vista la continua crescita delle emissioni e delle concentrazioni in atmosfera dei gas serra. Ammesso e non concesso che gli impegni presi a Parigi nel 2015 siano mantenuti _ per i paesi non vi è alcun obbligo, i contributi sono assolutamente volontari e non legalmente vincolanti _ andiamo verso un mondo più caldo di 3 gradi.
Le trattative sul clima, nonostante le promesse e i fiumi di parole, stanno sostanzialmente fallendo. Dal 1990 _ anno di riferimento dei negoziati sul clima _ le emissioni di gas serra non solo non si sono ridotte ma sono aumentate del 55% (la sola Co2 del 65%), mentre le concentrazioni in atmosfera sono cresciute del 26%. Siamo in un cul de sac. Manca totalmente la volontà politica (e non solo da parte di Trump, Bolsanaro e i negazionisti) di avviare poltiche adeguate alla bisogna.
Solo un movimento dal basso – come quello promosso da Greta, ma non solo – può cambiare le cose. I governi non lo faranno. Ma senza volontà politica dovremo cercare di adattarci a un mondo molto più caldo. “