Più elevata è la variabilità genetica degli alberi di una foresta, maggiore è la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Su questo presupposto si basa il progetto SyStemic, che si occupera’ di sviluppare strumenti di supporto alla gestione sostenibile delle foreste per preservare la resilienza delle foreste.
Il progetto, finanziato dall’Unione europea con 484mila euro nell’ambito del programma Life, e’ coordinato dal dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) dell’Universita’ di Firenze. Systemic prendera’ il via il 25 novembre con una conferenza alla Scuola di agraria di Firenze e prendera’ in esame diverse specie arboree: faggio, abete bianco, querce e pini, con l’obiettivo di individuare metodi di gestione sostenibile, capaci di mantenere livelli elevati di variabilita’ genetica nei popolamenti forestali. Il progetto coinvolgerà anche enti di ricerca, gestori o accreditati per la certificazione forestale, per diffondere la conoscenza e l’impiego dei metodi studiati.
“L’influenza del cambiamento climatico sulle foreste è ormai accertata e i suoi effetti sono visibili anche sulle foreste europee – spiega Donatella Paffetti, docente di genetica agraria dell’Ateneo fiorentino e coordinatrice del progetto -. Nell’area mediterranea l’innalzamento delle temperature e la maggiore frequenza di eventi estremi come le tempeste di vento, le ondate di calore e i periodi siccitosi prolungati rappresentano una minaccia per le formazioni boschive e pongono nuove sfide per la gestione sostenibile delle risorse forestali”.