Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo: contano quasi 18 milioni di decessi l’anno, praticamente il doppio dei tumori. Eppure basterebbe eliminare i fattori di rischio per aumentare le probabilità di vivere più a lungo e in salute. Con la sola eliminazione dei comportamenti errati potremmo prevenire almeno l’80% delle malattie cardiovascolari. I fattori di rischio sono diversi: la dottoressa Renata Gili ha dedicato in merito un interessante approfondimento sul colesterolo, pubblicato su Medical Facts, il magazine online di informazione scientifica e debunking delle fake news, con la direzione scientifica di Roberto Burioni.
Il colesterolo “buono” e “cattivo”
Il colesterolo, spiega l’esperta, “è una sostanza grassa e, nelle giuste quantità, il nostro organismo ne ha bisogno: ci serve, per esempio, per produrre alcuni ormoni o per costituire la membrana delle nostre cellule. Viene in parte prodotto dal fegato e in parte assunto con la dieta. I principali alimenti che lo contengono sono quelli ricchi in grassi animali come burro, tuorlo dell’uovo, carne, salumi e formaggi. Penso abbiate già sentito parlare di colesterolo “buono” e “cattivo”. Si divide così perché il colesterolo viene trasportato nel sangue da alcune particolari particelle che si chiamano lipoproteine. Le due tipologie principali, che avrete sicuramente già visto su un referto delle analisi del sangue, sono dette LDL e HDL. Le prime, quelle “cattive”, trasportano il colesterolo in giro per il nostro corpo mentre le seconde, quelle “buone”, hanno il compito di rimuovere il colesterolo in eccesso dai vari organi per trasportarlo nuovamente al fegato che provvederà ad eliminarlo.”
Perché il colesterolo “cattivo” fa male?
La scoperta della pericolosità del colesterolo, prosegue l’esperta, “risale alla seconda metà del 1900, quando era stato condotto un grandissimo studio sui cittadini di Framingham, in Massachusetts negli Stati Uniti (lo studio si chiama, infatti, “Framingham Heart Study”) che per primo identificò il colesterolo presente nel sangue come potenziale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. A questo seguirono numerosi studi che chiarirono definitivamente la correlazione fra elevati livelli di LDL, quindi di “colesterolo cattivo”, e aterosclerosi, patologia alla base delle malattie cardiovascolari. Quest’ultima è un indurimento delle pareti dei vasi arteriosi causato dalla formazione di vere e proprie placche di grassi che diventano sempre più grandi e più dure e possono ostruire parzialmente o completamente il flusso ematico: le cellule che si trovano a valle dell’ostruzione rischiano quindi di rimanere senza ossigeno e di morire.
Per esempio, se l’aterosclerosi colpisce le arterie coronarie, ossia quelle che portano il sangue al nostro cuore, possiamo avere un infarto perché a causa della placca aterosclerotica le arterie che provvedono al trasporto di sangue alle cellule cardiache si ostruiscono provocandone la morte.”
Il colesterolo e lo stile di vita
Chiarito il pericolo che può derivare dal colesterolo, “è fondamentale essere consci del fatto che, prima ancora di adottare soluzioni farmacologiche, per farne scendere i livelli nel sangue è assolutamente necessario modificare gli stili di vita. Per farvi capire meglio, pensate che addirittura le persone con un profilo genetico a rischio per malattie cardiovascolari possono ridurre fino al 50% delle probabilità di svilupparle solo cambiando il loro stile di vita.
Evitare il sovrappeso, aumentare l’attività fisica, ridurre l’assunzione di zuccheri semplici e di cibi ricchi in grassi sono, quindi, semplici accorgimenti che contribuiscono significativamente alla diminuzione dei livelli lipidici e devono essere messi in atto anche qualora il medico ci consigliasse una terapia farmacologica, proprio per migliorarne l’efficacia.”
Non solo colesterolo
“È fondamentale puntualizzare – conclude la dottoressa Gili – che, ovviamente, tenere a bada solo il colesterolo non è abbastanza. Infatti, il rischio di una persona dipende, oltre che da familiarità, sesso o età (variabili non modificabili), da tutti i fattori sopracitati i quali non devono essere considerati singolarmente ma, uno sull’altro, concorrono ad aumentare il rischio cardiovascolare complessivo. Per esempio, un soggetto di sesso femminile con livelli di colesterolo molto alti ma senza altri fattori potenzialmente pericolosi può presentare un rischio anche di dieci volte più basso rispetto a un soggetto di sesso maschile con livelli minori di colesterolo ma iperteso e fumatore.”
“Tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel nostro sangue è un obiettivo centrale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. In alcuni casi può essere necessaria anche una terapia farmacologica ma per tutti, senza alcuna eccezione, è fondamentale un cambiamento comportamentale con l’adozione di stili di vita sani ed equilibrati. Con un occhio attento sulla totalità dei fattori di rischio: il ‘sono magro e quindi posso permettermi di fumare’, oppure ‘mangio sano dunque sono esonerato dall’attività fisica’, per le malattie cardiovascolari, non vale.”
Fonti:
- Michos E.D., et al. Lipid Management for the Prevention of Atherosclerotic Cardiovascular Disease. N Engl J Med 381;16. October 17, 2019.
- Linee guida europee 2016 sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari nella pratica clinica.
- Epicentro. www.epicentro.iss.it
- Volpe M., Tocci G., Battistoni A. Inquadramento epidemiologico delle malattie cardiovascolari in Italia. G Ital Cardiol 2018;19(2 Suppl 1):5S-7.
Quali sono le cause del colesterolo alto?
Diverse condizioni sono associate allo sviluppo del colesterolo alto. Tra queste – spiegano gli esperti dell’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario – si possono elencare: sovrappeso, obesità, un’alimentazione non sana, l’abitudine al fumo – che a lungo termine danneggia i vasi sanguigni e accelera il processo di indurimento delle arterie- e la mancanza di attività fisica. Alcune malattie metaboliche, come il diabete, sono spesso associate a ipercolesterolemia. Alcuni individui sono invece geneticamente predisposti a sviluppare l’ipercolesterolemia: è una condizione nota come “ipercolesterolemia ereditaria o familiare” ed è associata ad una serie di mutazioni genetiche.
Quali sono i sintomi del colesterolo alto?
La presenza di colesterolo alto nel sangue non provoca alcun sintomo: sottoporsi a un esame del sangue è l’unico modo per rilevare tale anomalia.
Colesterolo alto: diagnosi
Il colesterolo alto può essere diagnosticato solo attraverso un esame del sangue. Sarà in questo modo possibile dosare i livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL e colesterolo HDL. I valori sono espressi in milligrammi per decilitro (mg/dl) e sono stati associati a gradi differenti di rischio cardiovascolare. Mentre sono auspicabili livelli bassi di colesterolo totale e di colesterolo LDL, sono desiderabili livelli alti di colesterolo HDL.
Valori normali o patologici di colesterolemia e rischio cardiovascolare
Valori (mg/dL), livello | Rischio cardiovascolare | |||
Colesterolo totale | < 200: normale | basso, valore desiderabile | ||
200-239: borderline alto | moderato | |||
>240:alto | alto | |||
Colesterolo LDL | <130: normale | basso, valore desiderabile | ||
130-159: borderline alto | moderato | |||
>159: alto | alto | |||
Colesterolo HDL | <40 negli uomini <50 nelle donne: basso | alto | ||
40/50-59: normale | medio-basso | |||
>60: alto | basso (protettivo per le malattie cardiovascolari) |
Colesterolo alto, il trattamento
La prevenzione è la strategia principale per mantenere la colesterolemia entro i livelli consigliati. Nel caso si renda necessario il ricorso al trattamento farmacologico, diverse sono le opzioni a disposizione:
- statine: bloccano la produzione di colesterolo LDL e incrementano la capacità del fegato di eliminare quello già in circolo nel sangue;
- sequestranti della bile: si legano ai sali biliari che contengono abitualmente una discreta quota di colesterolo da eliminare e ne impediscono il riassorbimento intestinale. In questo modo maggiori quantitativi di colesterolo LDL vengono eliminati con le feci, con riduzione dei livelli circolanti;
- niacina (o acido nicotinico): abbassa i livelli di colesterolo totale e di LDL a favore della quota HDL.