“Qui è il caos totale, la città è devastata, sono crollati interi palazzi, sono venute giù anche le mura antiche dove c’è il castello, è un disastro“: lo ha raccontato Antonio Imperiale, un italiano che vive e lavora a Durazzo, riferendosi alle conseguenze della scossa di terremoto magnitudo 6.5 ha colpito l’Albania. “Eravamo in casa, dopo la scossa delle 3 ci siamo guardati e abbiamo deciso di rimanere, in fondo la nostra è una casa nuova, ha solo due anni ma alle 4 è successo il finimondo: gli intonaci venivano giù uno dopo l’altro, si vedevano i mattoni dei muri spuntare fuori. E non finiva mai, mi sembrava di stare in un film apocalittico“. “L’Albania non è attrezzata per fronteggiare una cosa del genere, non ce la facciamo, c’è bisogno dell’aiuto degli altri Paesi“.
“A Durazzo ci sono tre famiglie sotto le macerie, 8 persone sotto una villetta: fino a poco tempo fa si sentiva la voce di un giovane che chiedeva aiuto, ha chiesto acqua poi c’è stato un ultimo crollo della struttura e non si sente più nulla,” racconta Renata Uruci, fidanzata albanese del ricercatore Davide Rossi che vive e lavora a Padova. “A Kavaja vi sono stati crolli di palazzine. Gli abitanti delle zone colpite arrivano a scavare con le mani per soccorrere“.
Sono rientrati da poco, con un volo Alitalia, un quindicina di italiani, che hanno vissuto a Tirana la forte scossa di terremoto che ha colpito l’Albania. Tra di loro lavoratori e diversi studenti universitari, originari di Roma, Cosenza, Foggia ed altre parti d’Italia.
“Ero in albergo all’International Hotel, all’undicesimo piano, alle 03:54 ci sono state queste forti oscillazioni che hanno svegliato tutti. Tante persone si sono riversate nella piazza principale. Ho atteso nella hall dell’albergo un paio d’ore in attesa che la situazione si normalizzasse. Quando siamo risaliti, verso le 7, una seconda scossa, meno intensa ma comunque forte. Abbiamo subito percepito, parlando con gli albanesi, la gravità della situazione, soprattutto a Durazzo. A Tirana, andando in aeroporto, la situazione era più tranquilla,” ha spiegato uno dei connazionali.
“Abbiamo avuto molto paura – ha raccontato una studentessa universitaria – la scossa è stata forte: c’era panico nelle strade, dove tutti sono scesi. Nessuno sapeva come reagire. Poi altre scosse. Abbiamo avvisato subito le nostre famiglie in Italia“.