E’ stata la significativa profondità di 14 km dell’epicentro del terremoto di questa sera a Balsorano (L’Aquila) a far sì che si avesse una estensione del cosiddetto ‘risentimento‘ anche a distanza di decine e decine di chilometri, e in questo caso fino a Roma. A spiegarlo all’AGI è Andrea Billi, geologo e direttore dell’Igag (Istituto di geologia ambientale e geoingegneria) del Cnr.
“E’ prematuro – chiarisce subito l’esperto – dire a quale faglia si debba fare riferimento o attribuire questo evento. Di sicuro sappiamo che la profondità di 14 km è una profondità tale da far sì che ci sia un’estensione del cono di risentimento, ecco perché la scossa è stata avvertita fino a Roma. Tanto più è in profondità, tanto più è l’estensione. Quella è una zona molto sismica, vicina anche ad Avezzano, dove nel 1915 ci fu un terremoto devastante”, magnitudo al momento pari a 7.0 e oltre 30mila morti.
Billi aggiunge che a gennaio scorso c’e’ stato un terremoto di 4.1 a Collelongo, con profondità di 16 km, ma non si sa ancora se possa esserci una correlazione tra i due eventi, ovvero se entrambi siano collegati ala grande faglia che diede origine al sisma nella Marsica, colpendo in particolare Avezzano. Nelle mappe sismiche, la zona interessata oggi rientra nella faglia del Fucino ma anche in questo caso per ora e’ prematuro dire se proprio quella sia stata interessata. Occorrera’ attendere i rilievi degli esperti del Cnr e dell’Ingv.