Anche quest’anno, come sempre, Animalisti Italiani scrive ai Sindaci dei 20 capoluoghi di regione d’Italia affinché emettano Ordinanze che proibiscano l’uso di botti e petardi in modo da evitare tanti incidenti, anche mortali.
“I botti di fine anno uccidono nella notte di san Silvestro circa 5.000 animali. La maggior parte di questi, l’80%, sono animali selvatici, soprattutto uccelli che, spaventati, perdono il senso dell’orientamento e rischiano di sbattere in ostacoli imprevisti. Altri abbandonano il loro giaciglio invernale, come siepi e alberi, e vagano nel buio per chilometri fino a quando non muoiono per dispendio energetico. Si aggiunga a ciò lo stress che i botti inducono negli animali d’affezione. Lo spavento per i forti rumori può indurre cani e gatti a fuggire da giardini e recinti, finendo spesso vittima delle auto. Negli animali d’allevamento, come mucche, conigli e cavalli, le esplosioni dei botti possono indurre le mamme gravide all’aborto per trauma da spavento”: così in una nota Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani onlus.
“Anche quest’anno – spiega – abbiamo scritto ai venti Sindaci dei capoluoghi di regione per l’emissione di un’ordinanza che vieti l’uso di botti e petardi di qualsivoglia genere a Capodanno. La volontà è quella di tutelare l’incolumità dei cittadini e non solo. Migliaia di esseri viventi soffrono dal continuo scoppiare di petardi e bombe carta. Le cronache parlano chiaro e raccontano ogni anno storie di feriti che hanno vissuto il periodo delle Festività come giorni da incubo.
Nel 2019 gli adulti ed i bambini rimasti coinvolti in tutta Italia durante i festeggiamenti della notte di San Silvestro sono stati 216 di cui 44 ricoverati. Ancora una volta gli episodi più gravi sono collegati all’uso sconsiderato di prodotti pirotecnici illegali. Rilanciamo l’appello alle famiglie per una vigilanza rigorosa su bambini e ragazzi. Il bilancio dei festeggiamenti per l’ultimo dell’anno rappresentano anche delle grave perdite economiche dovute agli interventi dei vigili del fuoco (658 nel 2019) sul territorio e i danni riportati dalle strutture, dalle vetrine dei negozi passando per le opere pubbliche, per non parlare di strade e palazzi.
Una manifestazione di gioia non può trasformarsi in una tragedia. Noi, con questo appello, vogliamo portare avanti una battaglia di civiltà e sensibilizzazione”.