Nella cooperazione ambientale internazionale l’Italia mostra “coraggio” ma anche “pragmatismo”, che “è una virtù perché non tutto il giusto è percorribile”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, aprendo i lavori su “Environmental global challenges as seen from Africa Italian environmental cooperation on display”, organizzato dall’agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) nell’ambito della Cop25 a Madrid.
Il ministro ha rilevato come nel tempo si sia presa coscienza del “climate change”, della tutela della biodiversita’ e della desertificazione e si sia trovato un modo per coinvolgersi nelle politiche dei Paesi in via di sviluppo. Il ministro si è chiesto se “siamo fino in fondo sulla strada giusta”, alla soglia del 2020, a cinque anni dall’accordo di Parigi sul Clima e con di fronte il decennio al 2030, e si e’ interrogato se “siamo coraggiosi, idealisti nella gusta maniera e laicamente pragmatici per ottenere risultati” e nella cooperazione internazionale “quanto siamo coesi e cooperativi vicino al sistema”.
Ha quindi ricordato che il ministero dell’Ambiente sta facendo un percorso molto forte con il ministero degli Esteri e l’agenzia della cooperazione, un percorso insieme perché “il ministero degli Esteri da solo non lo puo’ fare e il ministero dell’Ambiente nemmeno. Insieme si può fare perché oggi il meccanismo e’ sempre di cooperazione internazionale, il coinvolgimento e’ internazionale”. Nell’annunciare nuovi accordi nel prossimo febbraio con Burkina Faso e Niger, Costa ha spiegato che il coraggio nella cooperazione e’ voglia di arrivare agli obiettivi, a mettere risorse e verificare gli esiti, cioe’ cooperazione in termini concreti”. E l’Italia, “avendo una bella leadership conquistata sul campo ha anche autorevolezza ai tavoli”, ha concluso.