Spazio: Mato Grosso visto dal satellite Copernicus Sentinel-1

La missione Copernicus Sentinel-1 ci porta sopra parte dello stato brasiliano di Mato Grosso, nel profondo entroterra amazzonico, come spiega l'Esa attraverso il proprio portale
MeteoWeb

L’immagine combina tre immagini radar separate ottenute da Copernicus Sentinel-1, acquisite a circa due anni di distanza, con lo scopo di mostrare i cambiamenti delle coltivazioni e della copertura del suolo nel tempo.

A differenza delle immagini ottenute da satelliti con a bordo strumenti ottici o ‘simili a quelli di una fotocamera’, le immagini acquisite con il radar per immagini vengono interpretate attraverso lo studio dell’intensità del segnale radar riflesso, che è correlato alla rugosità della superficie.

Qui, la prima immagine, del 2 maggio 2015, è evidenziata in blu; la seconda, del 16 marzo 2017, mette in evidenza i cambiamenti, in verde; la terza, del 18 marzo 2019, in rosso. Le aree in grigio mostrano cambiamenti di piccola entità o nulli tra il 2015 ed il 2019.

Ironicamente, Mato Grosso significa ‘grande bosco’ ma, come raffigurano queste colorate forme rettangolari, gran parte della foresta tropicale è stata abbattuta e ceduta all’agricoltura. Mentre questa immagine mostra solo una piccola area, il Mato Grosso è uno dei principali stati del Brasile produttore di bestiame e produttore di colture, con la coltivazione principale che comprende mais, soia e grano.

Tuttavia, sebbene lo stato abbia uno dei più alti tassi storici di deforestazione del Brasile amazzonico, la deforestazione sta rallentando ed il Mato Grosso è oggi ritenuto un leader mondiale nelle soluzioni per il cambiamento climatico.

Come missione radar avanzata, Copernicus Sentinel-1 può acquisire immagini della superficie della Terra attraverso nuvole e pioggia e indipendentemente dal fatto che sia giorno o notte. Questo la rende ideale per il monitoraggio di aree tendenti ad essere coperte da nuvole, come nel caso delle foreste pluviali.

Questa immagine fa parte del programma video Earth from Space.

In collaborazione con Rivista Geomedia.

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