Le imprese lavorano su investimenti pianificati e budget pluriennali, non si fermano a valutazioni sui 6 mesi. La Manovra approvata prevede 568 milioni di nuove entrate dalla sugar tax che i produttori di chinotti, spume, chinotti, aranciate, per citarne alcuni, dovranno versare nei prossimi 27 mesi: 58,8 milioni nel 2020, 261,8 milioni nel 2021 e 256 milioni l’anno successivo. Questa norma non ha subito alcuna modifica o miglioramento, ma solo lo slittamento di 6 mesi. A regime sarà quindi aumentata del 28% la pressione fiscale media su un litro di prodotto, in aggiunta al 22% di IVA. L’obiettivo è fare cassa. Lo dichiara Assobibe, l’associazione di Confindustria delle imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia.
La plastic tax invece è stata ridotta ma l’importo fissato rappresenta comunque un aumento del 60% del costo di approvvigionamento della plastica, con effetti pesanti sui bilanci dei medesimi produttori già gravati della nuova sugar tax. E’ evidente che si dovranno fare scelte e revisioni sui piani di investimenti e livelli di occupazione anche alla luce degli effetti di queste nuove misure. Sono a rischio 5.000 posti di lavoro nella filiera, di cui oltre 1.500 della filiera a monte (fornitori di materie prime agricole, macchinari, ingredienti, eccetera.) e oltre 2.000 della filiera a valle (commercio, trasporti, eccetera).
David Dabiankov, direttore generale di Assobibe, ha dichiarato: “Effetti disarmanti per un segmento già in calo da anni. Attendiamo il parere del Garante per la Concorrenza e Mercato, nonché una convocazione dalla Presidenza del Consiglio sino a oggi non è ancora pervenuta. E’ necessario infatti un approfondimento prima che sia troppo tardi, a maggior ragione dopo le preoccupazioni sollevate anche dalle organizzazioni agricole, da quelle del commercio e dai sindacati. Sorprendono le affermazioni di PD, M5S e LEU che ieri in Aula hanno definito la sugar tax come una leva fiscale per cambiare la produzione – prosegue Dabiankov – visto che la norma tassa il prodotto, non lo zucchero, e coinvolge anche le bevande sugar free. La legge non dà indirizzi su cosa produrre e quindi la conseguenza è chiudere gli stabilimenti. Ci chiediamo a questo punto se il Governo voglia favorire in Italia solo la vendita di prodotti fatti all’estero. Per aziende e lavoratori del settore un bel regalo di Natale: un futuro pieno di incertezze”.