Cozze, granchi e topi minacciano di invadere l’Antartide

Cozze, granchi, ratti e topi, sono in cima alla lista delle specie che piu' probabilmente potrebbe 'invadere' l'Antartide, insieme a piante da fiore, erbe infestanti e acari
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L’Antartide potrebbe essere invaso: ebbene si, cozze, granchi, ratti e topi, sono in cima alla lista delle specie che potrebbe ‘occupare’ l’Antartide, insieme a piante da fiore, erbe infestanti e acari. Potrebbero arrivare nel continente bianco nel prossimo decennio insieme alle forniture di cibo e materiale destinati a ricercatori e turisti o attaccate agli scafi delle navi o ai vestiti.

Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology dai ricercatori coordinati da Kevin Hughes, della British Antarctic Survey (Bas). Secondo gli autori, fornisce una base per esaminare le misure di mitigazione. I ricercatori hanno identificato quali specie hanno maggiori probabilita’ di minacciare gli ecosistemi dell’Antartide, con effetti devastanti, studiando centinaia di articoli scientifici e database. Delle 103 specie considerate nel dettaglio, 13 sono state identificate come quelle piu’ minacciose.

“La regione della penisola antartica e’ di gran lunga la parte piu’ frequentata e visitata dell’Antartide a causa del crescente turismo e attivita’ di ricerca scientifica” dice Hughes. I visitatori, aggiunge, “possono trasportare in quell’area semi attaccati ai loro vestiti e scarpe. Merci importate, veicoli e forniture di cibo fresco possono invece nascondere insetti, piante e persino ratti e topi”.

Fra gli invasori piu’ ‘minacciosi’, prosegue, ci sono le specie marine, come cozze e granchi, che possono essere trasportate in Antartide attaccate agli scafi delle navi. Secondo Helen Roy, ecologa presso il Centre for Ecology & Hydrology del Regno Unito “e’ fondamentale garantire che tutti i visitatori arrivino nell’area dopo accurati controlli. Solo cosi’ saremo in grado di ridurre i rischi e proteggere queste incredibili, ma vulnerabili, comunita’ antartiche dalla minaccia di specie non autoctone invasive”.

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