Friuli Venezia Giulia, Scoccimarro: “Via al percorso per la sistemazione del lago di Barcis”

In linea con il lavoro svolto dal gruppo interdirezionale Lago di Barcis istituito nel 2018, prende il via la fase progettuale propedeutica all'avvio delle opere da realizzare
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Risolvere le criticità legate al progressivo interrimento del lago di Barcis non attraverso provvedimenti tampone, ma avviando un percorso di progettazione partecipata e condivisa con i Comuni della Valcellina, per individuare soluzioni di medio lungo termine risolutive delle problematiche esistenti che mettano in sicurezza le comunità, la rete viaria e le attività industriali e turistico-commerciali legate al bacino.

È l’obiettivo di una delibera approvata dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia su proposta dell’assessore alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, con la quale, in linea con il lavoro svolto dal gruppo interdirezionale Lago di Barcis istituito nel 2018, prende il via la fase progettuale propedeutica all’avvio delle opere da realizzare.

“Tre le fasi attraverso le quali andremo a operare – ha spiegato l’assessore Scoccimarro -, con l’intento di rendere valle e territorio sicuri e vivibili. Inizieremo con un primo lotto, il cui cantiere è già stato attivato, per giungere entro dieci mesi allo sghiaiamento del lago con l’asportazione di circa 160 mila metri cubi di materiale alluvionale”.

“La seconda fase – ha proseguito l’assessore -, è dedicata alla sistemazione della Val Cimoliana, e in particolare della zona industriale di Pinedo attraverso l’utilizzo della ghiaia estratta dal lago (circa 600 mila metri cubi). Nella terza e ultima fase si lavorerà per giungere allo sghiaiamento definitivo del bacino anche attraverso la realizzazione di infrastrutture specifiche che, così come indicato dal gruppo di lavoro, saranno valutate non solo in termini economici, ma anche ambientali, stimando la relativa produzione di CO2”.

Dal lavoro compiuto dal gruppo interdirezionale è emersa la necessità di procedere a un asporto annuale di almeno 250 mila metri cubi di ghiaia nel punto di inizio del lago, cui si sommano gli altri 8 milioni già presenti nell’invaso. Le soluzioni delineate sono state condivise con i Comuni della Val Cellina e con il Consorzio di bonifica Cellina Meduna.

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