Previsioni Meteo – La svolta invernale anche per il Mediterraneo centrale e l’Italia, prevista fino a ieri da tutti i modelli, si fa complicata. Le simulazione dei runs ufficiali, sia del modello americano che di quello europeo, iniziano a mostrare possibili varianti a quello che potrebbe essere un affondo più centrale sul nostro Bacino e, quindi, più diretto sull’Italia. Nelle corse modellistiche mattutine, i maggiori centri di calcolo hanno ipotizzato un possibile orientamento più occidentale, sul nostro bacino, delle correnti fredde, per via di una falla depressionaria iberica, più specificamente portoghese, che catalizzerebbe verso sè i flussi freddi artici.
Resta una ipotesi, anche perché le due versioni Ensemble, cioè la media di tutte le simulazioni, dei due maggiori centri di calcolo mondiali, sia dell’americano GFS che dell’europeo ECMWF, restano abbastanza salde circa una ipotesi di affondo centrale, come mostra la prima immagine allegata. Ma, a “metterci la pulce”, per così dire, circa un possibile nuovo fallimento di un’azione fredda invernale verso l’Italia, non sono tanto gli orientamenti mattutini e naturalmente provvisori di alcune simulazioni, quanto alcune constatazioni dedotte in parte da alcuni dati oceanici concernenti le temperature superficiali atlantiche, in parte dai dati ultimi stratosferici.
Una ipotesi di virata occidentale dell’aria fredda, va presa in seria considerazione, almeno per due ragioni. Prima, perchè quell’area europea, Penisola iberica, risulterebbe più favorita dalla disposizione delle SST atlantiche, ossia dalla temperatura superficiale oceanica, la quale, così come evidenziata dagli ultimissimi aggiornamenti, potrebbe avere un ruolo significativo nell’ orientare l’alta pressione di blocco, in questo caso più a Ovest, in Oceano e non a ridosso del settore iberico. Di conseguenza, proprio la Spagna si porrebbe più vicina al bordo orientale anticiclonico, guida del “getto polare” e, quindi, maggiormente esposta all’attacco freddo. Ma oltre a queste ragioni troposferiche o oceaniche, ve ne sono altre, dedotte da aggiornamenti ultimi su alcuni parametri della stratosfera.
In questa sezione atmosferica, come già rilevato in precedenti editoriali, si realizzerebbe un disturbo al VPS, ma a opera di una sola onda dinamica, ossia quella pacifica. Disturbo di tipo “displacement” che potrebbe determinare si, una dislocazione temporanea dalla propria sede naturale del Vortice Polare Stratosferico con influenza anche verso le basse quote polari, quindi dislocazione anche del Vortice Troposferico, ma con orientamento di asse repentino e tagliente dapprima in Atlantico e poi, in maniera meno incisiva, verso l’Europa centrale. L’affondo atlantico, determinato dalla rotazione dell’asse, potrebbe lasciare in eredità appunto quelle falle depressionarie tra le Azzorre e la Penisola iberica, falle che andrebbero a compromettere un robusto blocco anticiclonico con duplice conseguenza: 1- che gli affondi freddi vengano catalizzati proprio dalla falla portoghese; 2- che questa, semmai in azione più occidentale in misura da non riuscire a catalizzare i flussi freddi, possa, con la sua attività ciclonica, dare una spinta o una spallata orientale all’alta pressione al punto da catapultarla sul Mediterraneo centrale con consegente direzionamento dei flussi freddi più a Est, verso Grecia e Turchia. È una dinamica classica in presenza di un disturbo stratosferico di tipo “displacement”, peraltro nemmeno tanto conclamato, quello prossimo, per un subitaneo accentramento del VP in sede naturale. Un tipo di disturbo che, spesse volte, non si è mostrato favorevole a irruzioni fredde sul Mediterraneo centrale e sull’Italia.
E non finirebbe qui, in riferimento alle potenzialità invernali per il Mediterraneo centrale. Constatiamo anche, dall’osservazione dell’andamento dell’indice NAM, seconda immagine, di cui abbiamo già parlato in altra sede ( inverno compromesso, superata la soglia NAM) che è prevista un’altra sua pulsazione in territorio positivo proprio per i primi di febbraio e ciò costituisce un ulteriore tassello poco favorevole ad azioni invernali, sebbene relativamente alla sola fase della pulsazione, essendo già attive condizioni di raffreddamento conclamato della Stratosfera Polare (ESE cold) e, quindi, con poca incisività nel tempo di altre pulsazioni positive.
Dallo stesso quadro NAM, però, figura 3, osserviamo che un orientamento in controtendenza a partire dall’alto, sempre dello stesso indice, potrebbe accorrere verso la seconda decade di febbraio, quando il gradiente di pressione e temperatura tra la Calotta Polare e le medie latitudini, potrebbe passare in negativo. Sarebbe questo un segnale più concreto per fasi invernali anche per l’Italia, nella seconda parte di febbraio e verso Marzo.
Beninteso, nulla è ancora fortemente compromesso, in riferimento a una possibile fase fredda per il corso della seconda settimana di febbraio e, difatti, come scritto sopra, le simulazioni Ensemble dei due maggiori centri di calcolo mondiali continuano a proporla. Tuttavia, una sua realizzazione in base alle ragioni ultime espresse, appare certamente più in difficoltà. Tra le possibili evoluzioni andrebbe computata un’azione centrale con freddo anche in drezione Italia, ma, magari, per le ragioni stratosferiche addotte, potrebbe essere un passaggio non molto duraturo.
Dinamiche molto complesse, interpretate in maniera molto approssimativa e rapidamente mutevole dai modelli matematici, ma che comunque via via potrebbero offrire risvolti più invernali e a più largo raggio sul Mediterraneo.
La redazione di MeteoWeb seguirà costantemente l’evoluzione, apportando quitidiani aggiornamnti.