Rischio di trombosi sulla Terra e nello spazio: progetto per realizzare uno strumento che lo prevede

Uno strumento affidabile e poco costoso, che permetta di capire rapidamente quale sia il potenziale rischio per ogni individuo di avere una trombosi, non solo a Terra ma anche nello spazio
MeteoWeb

Uno strumento affidabile e poco costoso, che permetta di capire rapidamente quale sia il potenziale rischio per ogni individuo di avere una trombosi, non solo a Terra ma anche nello spazio. E’ il progetto a cui sta lavorando Luigi De Marco, ricercatore del Cro di Aviano e dello Scripps Research Institute di La Jolla in California. L’idea e’ nata dopo la trombosi che colpi’ nel 1971 un astronauta di Apollo 15, definita ‘Apollo 15 Space Syndrome’.

“Nel 2001 sono stato contattato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) prima, e da quella italiana (Asi) poi – spiega in un’un intervista sul sito di Alt (Associazione lotta alla trombosi) – per studiare proprio i meccanismi che regolano la capacita’ del sangue di coagulare in condizioni rare”.

E dopo il recente episodio di trombosi occorso ad uno degli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, continua, “abbiamo chiesto alla Nasa e l’Esa un finanziamento per completare quanto iniziato qualche anno fa e approntare uno strumento da portare nello spazio“. L’apparecchio da lui messo a punto, per cui e’ stata creata anche una start up per la sua commercializzazione, e’ infatti utilizzabile a Terra ma ha bisogno di ulteriori modifiche per funzionare nello spazio, perche’ non e’ un sistema completamente chiuso.

A breve verra’ sperimentato presso il Policlinico San Donato, il Monzino di Milano e l’ospedale di Udine. Si tratta di una sorta di capillare artificiale, rivestito di sostanze che stimolano la trombosi, in cui viene fatto scorrere il sangue.

“Noi analizziamo vari parametri di come si forma il trombo, se piu’ o meno rapidamente, o quanto e’ grande – continua – per capire quanto una persona sia a rischio di trombosi, anche se apparentemente sta bene”. Cosi’ come e’ sano e in ottima salute un astronauta. “Nel caso della Stazione spaziale il fattore che ha influito e’ stata l’assenza di gravita’ – conclude De Marco – Con le modifiche fatte che speriamo di poter far andare nello spazio questo strumento entro un anno”. 

Condividi