Il blocco delle auto diesel euro 5 ed euro 6 a Roma evita l’immissione in atmosfera di 30 kg di PM10, vale a dire appena lo 0,15% del totale immesso giornalmente nella capitale da tutte le fonti inquinanti. Lo rileva l’Unione petrolifera in una nota tecnica, aggiungendo che “interventi anche modesti sulla pulizia e manutenzione delle strade cittadine darebbero risultati di gran lunga superiori”.
L’associazione calcola che nel periodo invernale il PM10 complessivamente emesso giornalmente a Roma da tutti i settori (industria, riscaldamento, trasporti, agricoltura) ammonta a circa 20.000 kg: adottando l’attuale valore limite di 5 mg/km a veicolo ed ipotizzando che tutte le oltre 300.000 auto diesel euro 5 e 6 percorrano 10-20 km/giorno nell’area di Roma, il loro contributo alle emissioni totali di PM10 sarebbe di 15-30 kg/giorno rispetto ai 20.000 kg emessi giornalmente da tutti i settori, pari cioe’ allo 0,07-0,15%. Anche sotto il profilo delle emissioni di NOx (ossidi di azoto), le emissioni delle auto diesel euro 5 e 6 ammonterebbero all’1,3% del totale.
“E’ dunque evidente – dichiara l’Unione petrolifera – che la decisione del Comune di Roma di limitare la circolazione delle diesel euro 5 e euro 6 avra’ un effetto praticamente nullo sulla riduzione delle emissioni inquinanti, in particolare del PM10. Si tratta pertanto di una decisione del tutto ingiustificata alla luce dei valori realmente emessi che, oltre a creare disagio tra i consumatori, determina incertezza bloccando o rallentando il ricambio del parco e cioe’ uno degli strumenti principali in grado di dare un contributo positivo alla qualita’ dell’aria nel medio termine, data l’elevata eta’ media del parco veicoli pubblico e privato rispetto alla media europea”.
Tra l’altro, fanno notare i petrolieri, “nelle motorizzazioni euro 5 e 6, le emissioni di particolato derivano solo in piccola parte dalle emissioni allo scarico (sia primarie che secondarie), mentre in larga percentuale sono dovute al deterioramento per attrito di pneumatici, freni e del manto stradale (le c.d. emissioni non-esauste), che tra l’altro tendono a crescere rapidamente con l’aumento del peso del veicolo”.
Nell’ambito delle politiche finalizzate alla riduzione del particolato, e’ dunque “fondamentale anche il ruolo svolto dalle condizioni e dalla qualita’ di manutenzione dei manti stradali. Un esempio dell’efficacia di interventi specifici sulle strade si ha nella citta’ di Stoccarda che, a fronte di un triplicarsi del numero di giorni di lavaggio delle strade, ha registrato una riduzione del 60% dei superamenti delle concentrazioni giornaliere del PM10″.