L’eventualità che anche in Europa si verifichi un contagio secondario, dovuto cioè al contatto con una persona infetta, come avvenuto oggi in Germania, era fra quelle ritenute possibili, e non comporta un cambiamento delle misure da prendere per arginare l’epidemia già in atto.
“Il contatto con persone provenienti dalla Cina, come in questo caso, non si può escludere, anche se è ancora presto per sapere con che frequenza e in che condizioni questo possa avvenire. L’importante è essere pronti a reagire con le misure di isolamento per le persone infette e di ricerca e monitoraggio di altri soggetti eventualmente a rischio. Il nostro paese prevede un primo screening all’arrivo in aeroporto, che è fondamentale, ma siamo pronti anche a intervenire in momenti successivi, con anche tutte le Regioni che sono allertate. Per tutti i dubbi il ministero ha istituito il numero verde 1500, che risponde anche in cinese, e può dare le indicazioni del caso anche a chi ritiene di aver avuto contatti a rischio”, sottolinea Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
In queste ore, sottolinea Rezza, diversi ricercatori stanno dando una stima dei casi potenziali: “È ancora presto per avere delle curve epidemiche basate sull’insorgenza dei sintomi, quelle che abbiamo ora sono fatte invece utilizzando le notifiche, che possono arrivare anche a distanza di tempo dall’inizio dell’infezione. Sulla base di queste gli esperti fanno delle stime basandosi su dei modelli matematici che fanno delle assunzioni, e sono quindi passibili di errori. Nelle prossime settimane si dovrebbero avere dati più certi. Anche il numero di casi e di morti che viene reso noto in questi giorni è molto probabilmente sottostimato, anche perché quelli resi pubblici sono solo i casi confermati, mentre molti sospetti devono ancora essere analizzati e finiranno quindi nei ‘conti’ dei prossimi giorni anche se l’infezione è ancora in atto”.
Piena collaborazione delle Regioni con il Ministero della Salute
“Il ministro Roberto Speranza ha fornito un’informativa sull’epidemia Coronavirus per accelerare l’efficacia operativa, ringraziando del lavoro finora svolto e della fattiva collaborazione Ministero-Regioni”: lo afferma il coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni e assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi, al termine dell’incontro che si e’ tenuto nella sede della Conferenza a Roma.
“L’intento è di costruire, nel miglior modo possibile e velocemente, una rete nazionale epidemiologica, evitando inutili allarmismi e rilevando come lo stesso Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ritenga che già ora l’Italia abbia impostato le misure piu’ significative a livello mondiale”, sottolinea Icardi. “Quindi si lavora per sostenere l’efficacia dei processi e dei disciplinari sanitari, al fine di garantire la migliore prevenzione per la salute dei cittadini. Il sistema Paese – conclude l’esponente delle Regioni – sta funzionando, lavoriamo tutti per migliorare ulteriormente il livello di coordinamento Ministero-Regioni”
30 potenziali farmaci tra quelli già in commercio
I ricercatori cinesi hanno selezionato 30 tra farmaci esistenti, sostanze naturali biologicamente attive e medicine tradizionali cinesi per testarne la possibile efficacia contro il coronavirus. Lo ha annunciato l’Accademia delle Scienze cinese.
I ricercatori dello Shanghai Institute of Materia Medica e della ShanghaiTech University, riporta l’agenzia Xinhua, sono partiti dalla struttura di una proteina del nuovo virus fondamentale per la sua replicazione, chiamata Mpro, che e’ considerata un buon target per una terapia. Sulla base delle sue caratteristiche è stato fatto uno screening attraverso simulazioni al computer e test enzimatici dei farmaci in commercio, da cui sono stati selezionati i 30 candidati, che comprendono 12 farmaci anti Hiv, due antivirali sviluppati contro il virus respiratorio sinciziale e persino un farmaco contro la schizofrenia.
“Su queste sostanze saranno condotti ulteriori studi – spiegano – per guidare eventuali test sull’uomo”. Un altro tentativo in questo senso e’ in corso da parte della Tsinghua’s School of Pharmaceutical Sciences, che sta utilizzando anche l’intelligenza artificiale per scandagliare i database di sostanze attive a caccia di quelle potenzialmente utilizzabili.
“Il vaccino va testato sugli animali”
Il vaccino per la polmonite da coronavirus è già stato prodotto, ma occorrerà tempo per testarlo. A dichiararlo è Yuen Kwok-yung, docente a capo del dipartimento di Malattie Infettive della University of Hong Kong, citato dal South China Morning Post. Il team di cui è capo, ha detto al quotidiano di Hong Kong, sta lavorando al vaccino e ha gia’ isolato il virus dal primo paziente accertato arrivato dalla Cina.
“Abbiamo già prodotto il vaccino, ma ci vorra’ molto tempo per testarlo sugli animali“, ha detto senza fissare una tempistica precisa, ma parlando di “mesi” per i test sugli animali e “almeno un altro anno” per i test clinici sugli umani, prima che possa essere commercializzato. Yuen si dice scettico su tempi piu’ brevi per arrivare al vaccino, come riportato da esperti cinesi citati dai media statali.
“Se il vaccino appare efficace e sicuro in una quantita’ di specie animali“, ha specificato, “lo si userà per i test clinici sugli umani. Questo richiede almeno un anno anche se si velocizza il processo”. Intanto a Shanghai, gli scienziati dell’universita’ Tong Ji hanno approvato un progetto per sviluppare il vaccino contro il nuovo coronavirus in cooperazione con un gruppo di bio-tecnologie locale, la Stemirna Therapeutics: secondo il Ceo del gruppo, Li Hangwen, citato dall’agenzia Xinhua, servirebbero non piu’ di quaranta giorni per realizzare campioni del vaccino, che verrebbe utilizzato per i test e nelle cliniche “il prima possibile”.
In sviluppo a Torino un modello di evoluzione dell’epidemia
Un team di ricerca italo-americano coordinato dal professor Vespignani, con la collaborazione della Fondazione ISI di Torino, sviluppa un modello di previsione della possibile diffusione internazionale del coronavirus cinese, in Italia la piattaforma Influweb rinnova il monitoraggio online dell’influenza in vista del picco stagionale. La risposta degli scienziati all’emergenza in Cina del coronavirus 2019-nCOV è stata immediata. Ricercatori, istituti e gruppi di lavoro in tutto il mondo si sono subito mobilitati per affiancare con i propri strumenti le organizzazioni sanitarie internazionali nelle fasi di analisi, monitoraggio e contrasto del virus.
Tra i progetti avviati all’indomani delle prime notizie provenienti dalla provincia cinese di Hubei, c’e’ il modello di previsione coordinato dal professor Alessandro Vespignani della Northeastern University di Boston, in collaborazione con la Fondazione ISI di Torino, la Fondazione Bruno Kessler di Trento, il Fred Hutchinson Cancer Research Center, la University of Florida e il NIH Fogarty Institute. Forte delle esperienze maturate durante le recenti epidemie di Ebola e Zika, il team utilizza un modello che sfrutta dati di censo e di mobilita’ per stimare l’entita’ dell’emergenza e il rischio di diffusione internazionale del virus.
Il modello incrocia informazioni sul traffico aereo con dati relativi a treni, autobus e altri mezzi di trasporto, coprendo oltre 3200 aree demografiche in 190 differenti paesi. In questo modo, il modello e’ in grado di prevedere diversi scenari di diffusione del virus, aggiornati in tempo reale, man mano che arrivano nuovi dati e dettagli dalle organizzazioni sanitarie.