La Cina ha esteso il cordone sanitario volto a circoscrivere l’infezione del coronavirus simile alla Sars. Lo hanno annunciato le autorità, precisando che i provvedimenti riguardano ora 56 milioni di persone.
Le regole includono la chiusura dei collegamenti per il trasporto pubblico e l’accesso alle autostrade nelle città, hanno affermato le autorità locali. Al momento, sono 18 le città che hanno adottato una sorta di restrizione per i viaggi nella provincia centrale di Hubei.
Misure nazionali per casi sospetti
La Cina ha ordinato misure a livello nazionale per identificare i casi sospetti del coronavirus su treni, aerei e autobus poiché il bilancio delle vittime e il numero di pazienti è aumentato in maniera spropositata. Lo ha annunciato la Commissione sanitaria nazionale.
Saranno istituiti alcuni punti di ispezione e tutti i viaggiatori con sintomi di polmonite saranno “immediatamente trasportati” in un centro medico, ha annunciato la Commissione nazionale sanitaria in una nota.
Primo caso accertato in Australia
Un primo caso del coronavirus che ha già mietuto 41 vittime in Cina è stato confermato in Australia, ultimo Paese in ordine di tempo ad essere raggiunto dal contagio. Il paziente, un uomo sulle cui generalità non sono stati diffusi dettagli, era giunto una settimana fa a Melbourne da Wuhan, la città cinese epicentro dell’epidemia. Secondo il responsabile della sanità pubblica australiana, Brendan Murphy, le autorità dello Stato di Victoria ha applicato “strettamente i protocolli, e messo il paziente in isolamento”.
“Il virus ha colpito i polmoni dell’uomo – ha aggiunto l’autorità sanitaria australiana – che al momento è stabile”. Il ministro australiano della Salute, Greg Hunt ha detto che i passeggeri che hanno viaggiato in aereo con il paziente infetto sono stati contattati “per fornire loro informazioni e consigli”.
Un medico dell’ospedale Hubei Xinhua è morto dopo aver contratto il nuovo coronavirus simile alla Sars. Lo rende noto la tv cinese Cctv che su Twitter scrive che “Liang Wudong, un dottore dell’ospedale Hubei Xinhua che è stato in prima linea nella battaglia a Wuhan contro l’epidemia, è morto a causa del virus a 62 anni”.
I media cinesi riportano poi la notizia della morte di un secondo dottore, il 51enne Jiang Jijun specializzato in malattie infettive, morto per un improvviso arresto cardiaco mentre si stava recando in ospedale. I suoi colleghi hanno detto che era esausto perché da giorni impegnato a combattere il virus.
Isolate 18 città della provincia di Hubei
Sono ora 18 le città nella provincia di Hubei che sono isolate a causa del blocco dei trasporti deciso dalle autorità cinesi nel tentativo di fermare il propagarsi dell’epidemia del nuovo coronavirus. Secondo quanto si legge sul sito del Guardian, sono ora 56 milioni le persone che subiscono restrizioni nei loro movimenti a causa della misura.
Il Giappone conferma il terzo caso
Il Giappone ha confermato il terzo caso accertato nel Paese di persona affetta da polmonite da coronavirus. Lo riferisce su Twitter la principale agenzia nipponica, Kyodo News.
“Sostenere il popolo cinese con le mascherine”
“Chiediamo di sostenere il popolo cinese con mascherine e informazioni maggiori sia in cina che in Italia ed Europa“. Cosi l’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l’Unione Medica Euro Mediterranea (UMEM) lanciano il loro appello al Governo Italiano di sostenere la Cina con fornitura di mascherine che sono scarseggianti in Cina oltre il fatto che non si trovano facilmente e il loro prezzo è triplicato come ci riferiscono i nostri colleghi cinesi dell’Amsi
“Non si devono commettere gli sbagli del passato dove si è creato molto allarmismo dove non c’era bisogno. Invece in altre situazioni è stata trascurata e quasi nascosta all’inizio per problemi politici. Urge informare la popolazione della reale situazione ,senza nascondere la realtà come ha fatto in passato la Cina e intensificare la collaborazione e l’informazione interprofessionale e interistituzionale con tutte le caratteristiche,i sintomi e modalità di contagio sia in Italia che a livello internazionale per l’interesse di tutti senza creare psicosi”, dichiara il Presidente dell’Amsi ,Umem Membro del Gdl Salute Globale e registro esperti della Fnomceo Foad Aodi, che è in contatto con tutti i nostri rappresentanti nei paesi Euro Mediterranei dell’UMEM dove si registrano situazioni di psicosi per mancanza di informazioni e consigli per la prevenzione come in Francia dove i ristoranti cinesi iniziano ad essere deserti e in particolare nei paesi dove c’è tanta povertà,mancanza di igiene ,di acqua potabile ,corrente elettrica ,medici ,ospedali e nei paesi dove ci sono conflitti come Siria ,Iraq ,Libia ,Yemen ,Sudan ,Somalia e paesi africani che sono paesi a rischio nel caso di emergenza internazionale perché mancano tutti gli strumenti per affrontare una epidemia anche dal punto di vista dell’informazione.
“Noi diamo la nostra disponibilità per qualsiasi forma di collaborazione per dare più informazioni e comunicazioni in tutte le lingue come abbiamo già fatto quando c’è stata l’emergenza Sars nel 2002”, conclude Aodi auspicando che la macchina dell’informazione e prevenzione in Europa collabori direttamente con la Cina e sostenere la popolazione cinese e straniera in questo momento molto difficile anche dal punto di vista psicologico.
Confermato il terzo caso in Francia
Le autorità sanitarie francesi hanno confermato un terzo caso di persona affetta dal nuovo corona virus in Francia. La ministra della Salute francese Agnès Buzyn ha reso noto che si tratta di un “familiare” della seconda persona infettata che si trova ricoverata in isolamento in un ospedale di Parigi. L’altro caso è stato registrato a Bordeaux.