Salgono a 1.363 i casi confermati in Cina di polmonite da coronavirus, e con il primo caso confermato nella provincia occidentale del Qinghai, l’unica area della Cina a rimanere esclusa dal contagio rimane la regione autonoma del Tibet. Secondo quanto riferito su Twitter dal Quotidiano del Popolo, inoltre, sono 28 su 31 le amministrazioni provinciali cinesi che hanno indetto il livello massimo di risposta alle emergenze sanitarie causate dalla polmonite da coronavirus, che ha finora provocato 41 morti nel Paese.
Nel frattempo la citta’ di Wuhan vieta la circolazione di veicoli a motore, comprese le auto private nel centro cittadino per ridurre la mobilita’ dei cittadini ed evitare un’ulteriore diffusione della polmonite da coronavirus. Lo riferisce l’amministrazione locale che precisa che dal bando stanno esentati i veicoli autorizzati per il trasporti di forniture mediche o di derrate alimentari e quelli che offrono trasporti gratuiti ai cittadini che devono recarsi fuori di casa. L’amministrazione locale ha reclutato gia’ seimila taxi per il trasporti delle persone, che sono stati divisi in sottogruppi che vanno dalle tre alle cinque vetture per ogni singola comunita’ del capoluogo provinciale e che offriranno servizio gratuito.
Hong Kong dichiara l’emergenza
Hong Kong ha dichiarato l’epidemia del coronavirus “un’emergenza” – il livello di allarme piu’ alto della citta’ – mentre le autorita’ hanno aumentato le misure nel tentativo di ridurre il rischio di diffusione di ulteriori infezioni. “Oggi dichiaro di alzare il livello di risposta all’emergenza”, ha detto ai giornalisti la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, la quale ha aggiunto che presiedera’ personalmente un comitato interdipartimentale per consentire una risposta piu’ rapida alla diffusione del virus.
Nel corso di una conferenza stampa oggi a Hong Kong, dopo il suo ritorno da Davos, la leader di Hong Kong ha annunciato anche la sospensione di tutti i voli da e per Wuhan e i collegamenti ferroviari ad alta velocita’ con la citta’ da cui si e’ diffusa l’epidemia. La citta’ ha finora registrato cinque casi confermati di persone affette da coronavirus.
4 casi accertati in Australia
Sono quattro i casi di contagio accertati in Australia del coronavirus proveniente dalla Cina: uno a Melbourne e tre nel Nuovo Galles del Sud. Lo riferisce il Guardian online. Tutti e quattro i pazienti sono stati di recente in Cina e tre di loro, scrive il quotidiano, di 43, 45 e 53 anni, sono arrivati direttamente da Wuhan, epicentro dell’epidemia.
Muore un altro medico, colpito da infarto
Un altro medico è morto in Cina per cause legate al coronavirus. I media locali, scrive il Guardian, riferiscono che il dottor Jiang Jijun, 51 anni ed esperto di malattie infettive, e’ deceduto in seguito ad un infarto mentre si recava in clinica, due giorni fa a prestare servizio. Secondo uno dei suoi colleghi, il medico era sovraffaticato per le costanti ore di lavoro di questi giorni a causa dell’epidemia del coronavirus, che finora ha provocato 41 morti.
Tre casi accertati in Malaysia
In Giappone aumenta intanto l’apprensione sul numero dei pazienti che attualmente rimangono sotto osservazione, malgrado la cautela delle autorita’. Il ministero della Salute ha confermato che il terzo caso accertato riguarda una donna intorno ai 30 anni proveniente dalla citta’ cinese di Wuhan, arrivata in Giappone il 18 gennaio assieme a 3 familiari. Durante una visita in un ospedale di Tokyo lo scorso giovedi’ e’ risultata positiva al virus che ha gia’ ucciso piu’ di 40 persone in Cina. La donna – la cui nazionalita’ non e’ stata rivelata – non e’ stata trattenuta nel centro ospedaliero per via dei lievi sintomi che presentava e continua a risiedere nella sua stanza d’albergo, ha detto il ministero nipponico, e i membri della sua famiglia non presentano sintomi della malattia o anormalita’. Il portavoce del ministero ha aggiunto che malgrado la vicinanza con la Cina, in Giappone non si sta notando un rapido incremento dele persone sospette di aver contratto il virus.