Ci sono le condizioni per avviare un dialogo costruttivo ed evitare l’acuirsi di uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati.
E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha minacciato di colpire l’Europa con dazi aggiuntivi come ritorsione per la web tax. Una ipotesi che rischia di avere effetti devastanti sul settore agroalimentare Made in Italy che a seguito dell’entrata in vigore dei dazi il 18 Ottobre dello scorso anno ha visto crollare le esportazioni negli States del 6,5% a novembre con una drastica inversione di tendenza rispetto ai dieci mesi precedenti in cui erano aumentate in media del 12% secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat.
La lista dei prodotti interessati potrebbe infatti allargarsi con tariffe aggiuntive fino al 100% l’altro a vino, olio e pasta Made in Italy oltre ad alcuni tipi di biscotti e caffe esportati negli Usa per un valore complessivo di circa 3 miliardi oltre ai prodotti agroalimentari italiani già colpiti come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. La nuova black list – continua la Coldiretti – rischia di colpire circa i 2/3 del valore dell’export del Made in Italy agroalimentare in Usa secondo l’analisi della Coldiretti.
Una eventualità devastante per il Made in Italy agroalimentare che mette a rischio il principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari Made in Italy fuori dai confini comunitari e sul terzo a livello generale dopo Germania e Francia” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy oltre un miliardo in cinque anni ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa.