Chirurgia, il cinema tridimensionale in sala operatoria: a Napoli operazione all’addome con esoscopio 3D

Un 'esoscopio' di ultima generazione con tecnologia 3D ad alta risoluzione in 4k, è stato utilizzato a Napoli in chirurgia generale
MeteoWeb

Un ‘esoscopio’ di ultima generazione con tecnologia 3D ad alta risoluzione in 4k, è stato utilizzato a Napoli in chirurgia generale. Per mezzo di una telecamera su braccio con sblocco pneumatico, il chirurgo può, con l’addome aperto del paziente, ingrandire alcuni distretti anatomici che gli appariranno su uno schermo a 55 pollici con immagini ad alta risoluzione e tridimensionali.

Grazie a una messa a fuoco automatica, ed uno zoom regolabile autonomamente dal chirurgo, OrbEye “offre la possibilita’ di ‘magnificare’ le immagini e di eseguire visualizzazioni mediante filtri luminosi: luce bianca ad infrarossi, blue light per visualizzare le zone tumorali e la NBI (narrow band imaging) i cui benefici clinici sono gia’ presenti in letteratura per altre discipline. A utilizzarlo e’ stato Francesco Corcione, direttore Uoc Chirurgia Generale e Oncologica Mininvasiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico, con la sua equipe (Umberto Bracale, Michele D’Ambra, Michele Danzi, Saverio Dilillo, Ruggero Lionetti), “ed e’ la prima volta al mondo” fa sapere il docente.

Si tratta, aggiunge Corcione, di una “innovativa strumentazione utilizzata ad oggi solo in neurochirurgia, che può segnare l’inizio di una nuova ‘era’ nella chirurgia generale: la Video Assisted Open Surgery”. I campi di applicazione per questa nuova apparecchiatura potrebbero essere i tempi ricostruttivi nella chirurgia esofagea, nella chirurgia epato-bilio-pancreatica, nelle asportazioni di ‘masse neoplastiche adese a strutture vitali’ e nelle linfectomie estese per cancro.

L’apparecchiatura viene installata in pochi minuti senza sottrarre tempo alla procedura chirurgica e la sua utilizzazione e’ immediata ed intuitiva per un chirurgo con esperienza in laparoscopia. Rispetto a quest’ultima ha un vantaggio nella visione: entrambi gli operatori, per un particolare sistema di elaborazione dell’ immagine, vedono la stessa immagine sui video anche se posizionati al campo operatorio in maniera opposta rispetto alla telecamera. “Oggi abbiamo superato un’altra frontiera della chirurgia – dice Corcione – chirurgia e’ vedere e il chirurgo puo’ eseguire un intervento open o una parte di esso con una valorizzazione delle immagini che non puo’ che migliorarne il gesto chirurgico”.

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