Astronomia: il cielo stellato sarà minacciato dai satelliti

Il cielo stellato rischia di essere stravolto dalle nuove mega costellazioni di satelliti per le telecomunicazioni
MeteoWeb

Ciao ciao cielo stellato: le nuove mega costellazioni di satelliti rischiano di nasconderlo: non solo la sua visione a occhio nudo, ma anche le osservazioni astronomiche potrebbero essere pesantemente compromesse dalla presenza di migliaia di satelliti in volo sopra l’orizzonte, pronti a riflettere la luce del Sole al crepuscolo. Lo indicano i risultati preliminari delle simulazioni elaborate dall’Unione astronomica internazionale (Iau) insieme agli esperti di vari enti, come l’Agenzia spaziale europea (Esa).

Dalla costellazione Starlink della Space X alla Athena di Facebook, l’orbita terrestre bassa (sotto i 2.000 chilometri) è destinata a diventare molto trafficata nel giro di pochi anni. Le simulazioni mostrano che i satelliti sopra l’orizzonte potranno essere da 1.500 a qualche migliaio, la maggior parte in posizione molto bassa. Il numero di quelli con elevazione sopra i 30 gradi (dove avviene la maggior parte delle osservazioni astronomiche) andrebbe dai 250 ai 300: la gran parte dovrebbe risultare invisibile a occhio nudo, ma i pochi visibili potrebbero comunque alterare l’aspetto del cielo notturno, perlomeno nelle localita’ dove appare piu’ buio.

Particolare attenzione andrebbe rivolta alla fase immediatamente successiva ai lanci e a quella dell’innalzamento dell’orbita, quando i satelliti formano dei trenini simili a fili di perle. A parte la visibilità a occhio nudo, ciò che preoccupa gli astronomi è che queste scie potrebbero risultare cosi’ luminose da saturare i rivelatori dei grandi telescopi: fino al 30% delle immagini con esposizione di 30 secondi effettuate al crepuscolo con il Rubin Observatory, per esempio, verrebbero alterate.

Per questo la Iau si dice preoccupata: le costellazioni di satelliti “avranno un impatto negativo sul progresso dell’astronomia da terra, radio, ottica e infrarossa, e imporra’ di distrarre risorse umane e finanziarie dalla ricerca di base per studiare e implementare misure che possano mitigarne gli effetti”.

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