“C’è una grave responsabilità del regime cinese per i ritardi nella denuncia dell’epidemia. Medici minacciati, ritardi e verità nascoste hanno provocato morti e diffusione della malattia nel mondo”. Lo scrive su Twitter, Antonio Tajani vicepresidente di Forza Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo.
Nel frattempo arrivano le rassicurazioni degli esperti. “I cinesi in Italia sono esposti come tutti gli altri al pericolo di contrarre il virus, che non bada a razza e colore della pelle e che comunque da noi non ha generato alcun focolaio di infezione”. Lo assicura in un’intervista a La Stampa il virologo Roberto Burioni che aggiunge che “per ora abbiano solo due casi prontamente isolati” e che per poter parlare di un focolaio “dovremmo avere casi di “infezione secondaria”, ossia di persone che hanno contratto il virus senza provenire dalle zone dove in Cina e’ propagata l’epidemia”.
Ma cosi’ non e’. Tuttavia Burioni dice anche che “e’ importante identificare al piu’ presto chi ha avuto contatti stretti con la persona contaminata e tenerla in isolamento e sotto osservazione fino all’esito negativo del test“, che e’ poi anche l’unico modo per impedire che l’infezione si propaghi. Anche se secondo il virologo “questo Coronavirus e’ piuttosto contagioso, pur avendo un tasso di mortalita’ del 3%, piu’ basso della Sars che era del 10%”. In ogni caso, assicura, “e’ sbagliato giudicare solo da questo la sua pericolosita'” percio’ “non bisogna fare inutile allarmismo ma nemmeno abbassare la guardia”.
Il contagio ad ogni modo pua’ avvenire anche solo toccando una persona infetta, “perche’ dopo aver starnutito o tossito sul suo corpo possono depositarsi goccioline minuscole di saliva e se noi tocchiamo quella persona e poi portiamo le mani alla bocca ci esponiamo a rischio di contagio”.
Per questo Burioni consiglia di “lavare spesso e bene le mani”. Dunque la trasmissione “avviene sempre per via respiratoria e mai attraverso il cibo, anche se crudo” dice il virologo che invita tutti ad andare “serenamente al ristorante cinese” e a vaccinarsi anche contro l’influenza “non perche’ immunizzi anche dal Coronavirus ma per il fatto che proteggendoci dall’influenza, che da’ sintomi simili, il vaccino consente di non generare confusione”.
Le mascherine sono utili? All’interrogativo Burioni risponde che “non forniscono alcuna protezione dal Coronavirus” ma servono semmai “a non far diffondere il virus da parte di chi lo ha gia’ contratto”. Quanto al vaccino, il virologo dice che “non e’ detto che lo si trovi” e comunque “ci vuole tempo per svilupparlo e commercializzarlo”. La migliore arma per fermare l’epidemia resta percio’ “isolare chi ha contratto il virus”. Cioe’ quel che si sta cercando di fare un po’ ovunque.
Speranza: “Non avere paura, la sicurezza prima di tutto”
“Siamo un grande Paese e non dobbiamo avere paura. Per ora non esercitiamo quei poteri straordinari perché non ce n’è bisogno”, ma “al momento la sicurezza per noi viene prima di tutto” e l’emergenza coronavirus in Italia si affronta “come fosse la peste o il colera”. Lo dice in un un’intervista a La Repubblica il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Le nostre scelte – precisa – sono di natura precauzionale. Stiamo parlando di numeri piccoli per l’Europa: 6 casi in Francia, 7 in Germania, 2 in Inghilterra, 1 in Finlandia, 2 in Italia. Preoccupato? No, sono al lavoro giorno e notte insieme a tanti altri, che mandano avanti tutta la macchina”. Riguardo ai poteri straordinari, significa che “possiamo disporre gli interventi con una maggiore incisività. Se c’è bisogno di più personale o di risorse per rafforzare dei presidi sanitari, ad esempio, abbiamo gli strumenti economici e umani per farlo. Ricordo che anche per la Sars, nel 2003, si decise di dichiarare l’emergenza”. “Non bisogna avere pregiudizi, non c’è alcun fondamento scientifico nelle preoccupazioni legate a indumenti o alimenti. Non bisogna dare credito alle fake news”, dice ancora Speranza, che poi alle parole del leader della Lega Matteo Salvini replica: “Di fronte a emergenze di questo tipo il Paese risponde unitariamente, non ci sono maggioranza e opposizione. Io come ministro rappresento tutti gli italiani, quindi non seguo le polemiche”.
Due cinesi senza sintomi in isolamento a Trento
Due ricercatori cinesi arrivati ieri a Trento sono isolamento per 14 giorni. I due giovani hanno deciso, in modo volontario, di accettare le misure previste dal Ministero della Salute per il Coronavirus. I due studenti, va sottolineato, non presentano sintomi. Non si puo’ quindi parlare di contagio. Si tratta di una misura presa a scopo precauzionale, sottolinea la Provincia autonoma di Trento. Anche in Trentino, come nel resto del Paese, si stanno infatti applicando le misure previste dal Ministero. In queste ore pertanto i soggetti provenienti dalla Cina vengono invitati a seguire un protocollo precauzionale – definito isolamento fiduciario – indipendentemente dalla sintomatologia presentata. E’ questo il caso dei due ricercatori cinesi, arrivati a Trento.
La decisione, grazie alla rete di collaborazione tra la task force istituita dalla Provincia autonoma di Trento, la rete universitaria e la comunita’ cinese in Trentino, e’ stata suggerita ai due ricercatori, che adesso si trovano all’hotel Panorama di Sardagna, sobborgo di Trento, dove rimarranno per 14 giorni. Si tratta di una struttura chiusa che e’ stata riaperta per l’occasione e che potrebbe essere utilizzata anche nelle prossime settimane per ospitare altre persone provenienti dalla Cina, in vista dei rientri dopo i festeggiamenti per il Capodanno cinese. Sono circa 1200 i cittadini cinesi che fanno riferimento all’Associazione cinesi in Trentino. Provincia e Azienda sanitaria hanno istituito un gruppo di mediatori culturali che avranno il compito di fornire ai loro connazionali tutte le informazioni utili a prevenire o, viceversa, riconoscere e gestire eventuali forme di contagio. E’ stato inoltre attivato il numero 331 6299111, esclusivamente dedicato alla comunita’ cinese. Per il resto della comunita’ trentina invece sono a disposizione il numero telefonico 1500 e le indicazioni fornite dal sito del Ministero alla Salute.
Solinas (Sardegna): “In campo per tutelare la salute dei sardi”
“Abbiamo seguito dal primo momento le indicazioni del ministero della Salute attivando il nostro sistema di sorveglianza e monitorando costantemente la situazione. Tutte le nostre strutture, a cominciare dai presìdi sanitari e dalla Protezione civile, sono permanentemente attive e siamo pronti a intervenire osservando rigidamente i protocolli previsti, senza creare allarmismi, per tutelare nel migliore dei modi la salute dei sardi”.
Lo dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas, che in costante contatto con gli assessori della Sanità, Mario Nieddu, e della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, sta seguendo con attenzione gli aggiornamenti sulla diffusione del coronavirus (2019 n-CoV) a livello nazionale e mondiale. Dopo la dichiarazione di stato di emergenza nazionale, si è riunito ieri sera a Roma il Comitato operativo della Protezione civile presieduto dal capo del Dipartimento, Angelo Borrelli, con la presenza del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del ministro della Salute, Roberto Speranza. La Regione Sardegna ha partecipato in videoconferenza con i direttori generali della Protezione civile e della Sanità e i dirigenti delle rispettive strutture.
Il Comitato operativo si è riunito per assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture del Servizio nazionale della Protezione civile e per fornire i primi indirizzi per fronteggiare l’emergenza che, al momento, non desta particolari preoccupazioni essendo stati confermati solo due casi in Italia e nessuno in Sardegna. La Regione, in attuazione delle circolari del ministero della Salute, si era già attivata da lunedì 27 gennaio con le proprie strutture per preparare la risposta all’eventuale emergenza derivante dai casi di nuovo coronavirus nel territorio regionale.
Dopo che l’Oms ha dichiarato l’emergenza sanitaria mondiale, il Governo italiano, primo tra i Paesi europei, ha adottato ieri le prime misure precauzionali corrispondenti a un livello di attenzione elevato. Il capo del Dipartimento della Protezione civile, incaricato di coordinare l’emergenza sanitaria, adotterà nei prossimi giorni, d’intesa con i presidenti delle Regioni, i primi provvedimenti urgenti volti ad affrontare eventuali criticità.
“La Protezione civile regionale ha prontamente attivato le procedure utili e necessarie per garantire piena operatività in caso di emergenza”, spiega l’assessore Lampis, delegato in materia di Protezione civile. “Seguiamo con attenzione l’evolversi dei singoli casi nazionali e collaboriamo con le autorità sanitarie per operare in stretta correlazione ai fini di preservare la salute pubblica dei sardi e di tutti coloro che giungono nella nostra Isola”, conclude.