Negativo anche l’esito dell’ultimo test effettuato: i 55 italiani che sono stati in quarantena presso il complesso militare della Cecchignola da oggi pomeriggio possono tornare a casa. Diciannove di loro andranno via già prima di sera con dei parenti che sono venuti a prenderli. Gli altri 36 partiranno domani a bordo di navette che li porteranno all’aeroporto di Fiumicino e alla stazione Termini.
“Ora finiscono i 15 giorni di quarantena e i pazienti possono finalmente tornare alla loro quotidianità. Per loro è stata un’esperienza molto significativa e toccante, e penso che lo Stato abbia fatto fino in fondo la propria parte, con un grande coordinamento interistituzionale, anche con il ministero degli Esteri e della Difesa, che ha messo a disposizione uomini, mezzi e spazi. Si chiude questa pagina che riguarda i 55 che erano qui, e ora garantiremo gli stessi standard anche agli altri, perché il diritto alla salute è fondamentale“. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo aver fatto visita alla Cecchignola. “Alle persone che sono state in quarantena verrà rilasciato un certificato che attesta che queste persone non sono affette dal Coronavirus”, ha aggiunto.
“Vi testimonio i sorrisi delle persone che abbiamo appena incontrato che hanno voluto fosse resa pubblica la gratitudine per l’impegno delle istituzioni, in primis del ministero della Salute, degli Esteri, della Difesa e il personale con cui sono stati fortemente in contatto in questi giorni di quarantena“. Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini alla Cecchignola per l’incontro con gli italiani rimpatriati da Wuhan. “Ci hanno detto che sono stati giorni segnati da un’esperienza complicata ma anche con relazioni belle e positive che porteranno per sempre nei loro cuori”, ha concluso.
Speranza: una ventina di italiani in rientro dal Giappone andranno alla Cecchignola
Il volo dell’Aeronautica militare, già in Giappone, riporterà a casa nei prossimi giorni una ventina di italiani che erano a bordo della Diamond Princess. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza a Tagadà su La7: “Abbiamo già – ha spiegato – 11 sanitari in loco che stanno eseguendo i test. Potranno partire immediatamente solo i negativi al test, mentre i positivi, se ce ne dovessero essere, oltre al caso già confermato, saranno trasferiti presso presidi sanitari“. I connazionali che rientreranno saranno trasferiti alla Cecchignola.
L’aereo farà scalo a Berlino prima di atterrare a Pratica di Mare. Una decisione che è stata presa, secondo quanto si apprende, per sbarcare alcuni dei passeggeri degli altri paesi Ue che saranno a bordo del Boeing dell’Aeronautica. Sull’aereo, oltre ad una ventina di italiani, ci saranno altrettanti cittadini provenienti da Olanda, Germania, Romania, Serbia, Slovenia, Grecia, Croazia, Montenegro. Un’altra decina di italiani membri dell’equipaggio, secondo quanto si apprende, hanno invece deciso di rimanere sulla nave dopo esser risultati negativi ai test.
In quarantena 12 persone rientrate dalla Cina in provincia di Trento
12 persone, rientrate dalla Cina, tutte cinesi, si sono sottoposte a quarantena volontaria come precauzione nei confronti del coronavirus. Sono tutte alloggiate alle ex caserme austroungariche situate nel comune di Garniga Terme. Stanno tutte bene e non presentano nessun sintomo che possa essere messo in relazione al virus. Le persone vengono individuate grazie all’ottima collaborazione esistente con la comunità cinese del Trentino. Il luogo delle ex caserme -spiegano dalla Provincia autonoma di Trento- è stato ritenuto più idoneo dalle autorità sanitarie provinciali per accogliere chi si sottopone alla quarantena fiduciaria, che dura 14 giorni. Tutte le persone monitorate nelle scorse settimane nella struttura di Sardagna sono rientrate nelle proprie abitazioni. Le ex caserme di Garniga Terme sono state allestite e saranno gestite dalla Protezione civile trentina. Attualmente, sono una ventina le stanze messe a disposizione. Nella struttura è previsto un presidio della Cri che, come in Sardagna, darà assistenza alle persone presenti.
Oculisti Aimo: la Toscana non sottovaluti la situazione
Per evitare problematiche in alcune regioni italiane come la Toscana, dove la mobilità dei cittadini cinesi è elevata, gli oculisti di AIMO chiedono “di rafforzare i controlli nelle aree di afflusso dalla Cina e dalle altre zone a rischio per il Coronavirus” e che “un’unità di crisi valuti giorno per giorno l’evolversi della situazione, adottando le misure che saranno necessarie”. Secondo il presidente dell’Associazione italiana dei medici oculisti, Luca Menabuoni, è “importante avere un’adeguata conoscenza del problema– sottolinea- per evitare che misure sanitarie inadeguate possano portare a situazioni incontrollabili. Il problema esiste e non va sottovalutato”. E’ stato un oftalmologo di Wuhan, il dottor Li Wenliang, a lanciare per primo l’allarme sul Coronavirus, ma “non è stato ascoltato dalle autorità cinesi- aggiunge Menabuoni- pagando con la vita la sua abnegazione, dopo aver contratto il Coronavirus“. Per questo AIMO, come società oftalmologica, senza diffondere “inutili allarmismi” vuole però richiamare le autorità politiche “a non sottovalutare la situazione, adottando misure che tutelino la cittadinanza”.
Il problema, sottolinea la società di oculisti, è “reale, come indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e sottolineato da eminenti virologi e farmacologi italiani”. Nel mondo, sono state segnalate “più di 80mila infezioni da Coronavirus e 2128 persone sono morte, tra cui diversi medici dediti alla cura dello stesso – ricorda il presidente Menabuoni – dieci persone sono morte al di fuori della Cina continentale: nelle Filippine, a Hong Kong, in Giappone, in Francia, a Taiwan e in Iran. Queste cifre, tuttavia, non forniscono un quadro completo. Il numero di casi passati inosservati probabilmente è elevato. Si presume che vi siano più casi e più decessi di quelli che sono stati segnalati. Sono stati confermati contagi da Coronavirus in circa 30 Paesi, mentre in Europa sono stati segnalati casi in Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Finlandia, Svezia, Spagna, Russia e Belgio“. AIMO ricorda poi che lo scorso 30 gennaio l’OMS ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale per il Coronavirus, con una decisione volta a “rafforzare il coordinamento internazionale, garantire lo scambio trasparente di informazioni, generare ulteriori mezzi per la preparazione e la lotta all’epidemia, rallentarne la diffusione e attenuarne gli effetti“, concludono gli oculisti.