“Da ultimi in classifica per contagi ora siamo al terzo posto, un repentino cambiamento di numeri che ci ha portato ad essere sul podio per questa vicenda e questo è motivo di preoccupazione“: lo ha dichiarato all’AdnKronos Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, riferendosi all’emergenza Coronavirus. Sottolinea come andasse evitato “il trionfalismo dei primi giorni“. “Le prime misure in Italia hanno funzionato, è stata criticata l’eccessiva prudenza, con il blocco dei voli da e per la Cina, il controllo in aeroporto della temperatura dei passeggeri ma erano misure giuste perché di fronte a un virus di cui ancora oggi si sa molto poco era giusto alzare le difese e quella è stata una fase positiva. Non è stato positivo il sistema dell’informazione, troppe persone che parlavano, c’era addirittura chi spingeva per riaprire i voli verso la Cina, ma per fortuna dalla protezione civile hanno tenuto duro e questa apertura non c’è stata altrimenti oggi la polemica sarebbe stata su questo tema“.
“Purtroppo – continua Bertolaso nell’intervista all’Adnkronos – temo ci sia stata una scarsa valutazione dei fenomeni che arrivavano negli ospedali, sicuramente ci si è un po’ ‘cullati’ sul fatto che erano state adottate misure importanti e forse si pensava che sarebbero state sufficienti per evitare il diffondersi del Coronavirus ma evidentemente qualcuno è sfuggito al controllo: forse qualche passeggero arrivato da un altro aeroporto o qualche caso sarà stato scambiato per influenza e questo potrebbe essere stato l’errore che ha permesso la diffusione del contagio. Io ora sono in Australia, paese più vicino alla Cina, ma non vedo mascherine, si vive normalmente, ci sono delle indicazioni per chi è stato in Cina ma tutto scorre in maniera tranquilla“.
“Il personale medico e paramedico è stato lasciato solo nel primo periodo, sono stati esposti al rischio di contagio: un fatto accaduto solo in Cina e in Italia. Nessuno pensi di dare addosso alla classe medica italiana che è una delle migliori al mondo messa in prima linea sul Coronavirus,” prosegue Bertolaso. “C’è stata una serie di fattori sfortunati, negativi di qualche viaggiatore arrivato dalla Cina attraverso aeroporti europei non controllati o che non ha segnalato in modo chiaro e tempestivo il Paese di provenienza. Mi chiedo: se arriva un pensionato da Lodi che dice di non essere andato in Cina e di non essere entrato in contatto con persone a rischio che cosa può fare un medico?”.