“I casi di coronavirus in Liguria sono saliti a 19: i 3 nuovi rispetto ai 16 gia’ comunicati sono tutti legati al cluster di Alassio. Alle 18.30 in diretta qui sulla mia pagina Facebook vi comunichero’ ogni ulteriore aggiornamento“. Lo scrive su facebook il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che aggiunge: “La collaborazione di tutti e’ importante per limitare il piu’ possibile la diffusione del virus, per questo e’ bene ricordare alcune semplici indicazioni: se avete sintomi o siete stati a contatto con qualcuno proveniente dalla Cina o da una zona focolaio non andate in ospedale o dal vostro medico curante ma chiamate il 112″.
I contagiati salgono a 116 in Veneto
Sono saliti a 116 i casi in Veneto di persone contagiate dal Coronavirus. Lo rende noto la Regione Veneto precisando che 63 pazienti sono asintomatici e 28 sono ricoverati (di cui 8 in terapia intensiva). Tre le persone dimesse mentre per 20 e’ in corso l’indagine epidemiologica.
Puglia, positivi 2 congiunti del paziente nel Tarantino
“L’indagine epidemiologica condotta dal Dipartimento di Prevenzione della Asl della Provincia di Taranto ha identificato le persone con cui e’ entrato in contatto il paziente di Torricella. Si tratta della moglie e del fratello, ai quali e’ stato effettuato il test, risultato positivo. Entrambi sono in quarantena fiduciaria da ieri“. Lo ha comunicato il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano. “Anche per questi due casi sospetti – ha proseguito il governatore pugliese- si provvedera’ ad effettuare il test di seconda istanza da parte dell’Istituto superiore di sanita’. Attualmente sono in corso le attivita’ per sottoporre a permanenza domiciliare con sorveglianza attiva domiciliare i passeggeri del volo con il quale il paziente e’ rientrato da Milano Malpensa. L’elenco ed i relativi numeri di telefono e’ stato ricevuto nel pomeriggio dalla compagnia aerea e fatto oggetto di una apposita ordinanza che sara’ notificata attraverso i Carabinieri dei Nas del Comando Provinciale di Bari“.
Gallera: 216 in ospedale in Lombardia, 39 casi di giornata
“Non prendiamo in considerazione gli asintomatici, avevamo al 24 febbraio 126 i lombardi ospedalizzati per Coronavirus. A ieri erano 44. Oggi le persone positive sono 39. C’è comunque un primo dato di minore ospedalizzazione di pazienti con Coronavirus, poi vediamo se confermato nei prossimi giorni. A oggi sono 216 le persone in ospedale con Coronavirus“. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, in conferenza stampa a Palazzo Lombardia, a Milano, sull’emergenza Coronavirus. “Sono stabili i numeri dei minori“, ha aggiunto Gallera. “Ci sono alcuni dati che ci rincuorano: abbiamo 37 persone che sono state dimesse dai nostri ospedali. Le prime persone ricoverate perché positive al Coronavirus che vengono dimesse con un forte miglioramento. All’ospedale di Cremona sono ricoverati circa 60 pazienti con Coronavirus. Cremona è la seconda provincia con più casi“, ha affermato Gallera. “Quattro sono stati ricoverati in terapia intensiva nella notte, tre sono stati trasportati al Niguarda e al Sacco”, ha aggiunto.
Intanto, restano stabili le condizioni di M.Y.M., il ‘paziente 1′ del Coronavirus in Italia, che e’ ricoverato al Policlinico San Matteo. Il 38enne di Codogno (Lodi), a quanto apprende l’AGI da fonti ospedaliere, non e’ ancora autonomo nella respirazione. Le sue condizioni permangono critiche.
Restano 97 i casi in Emilia Romagna
Restano 97, in Emilia-Romagna, i casi di positivita’ al coronavirus: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma e 6 a Rimini. L’aggiornamento del pomeriggio non presenta infatti variazioni rispetto a stamattina. Cambia invece il quadro clinico: oltre la meta’ dei pazienti, 54, sta svolgendo il periodo di isolamento a casa, molti dei quali senza sintomi; la maggior parte di quelli ricoverati non e’ grave. I pazienti in terapia intensiva sono 6. Confermato, al momento, che non vi sia un focolaio autonomo in Emilia-Romagna. Sara’ la nuova giunta regionale, che si insediera’ domani, a prendere le decisioni anche per quanto riguarda la riapertura delle scuole, e a breve saranno distribuiti ai medici di base ipresidi di protezione individuale. A fare il punto sulla situazione coronavirus in Emilia-Romagna e’ stato, nel consueto appuntamento con i giornalisti di oggi pomeriggio in Regione, l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che ha innanzitutto spiegato il motivo dell’incremento dei casi positivi registrati in mattinata rispetto a ieri sera, quando erano 47.
“Un aumento che in gran parte ci aspettavamo – ha detto Venturi – perche’ nei giorni scorsi abbiamo spinto molto il piede sull’acceleratore dei tamponi, oltre mille refertati ed eseguiti su persone asintomatiche principalmente a contatto con casi positivi, prima che le indicazioni nazionali stabilissero la necessita’ di fare il test tampone solo in caso di sintomi manifesti”. “Il fatto che per oltre la meta’ dei pazienti l’ambiente di cura sia quello domestico – ha spiegato l’assessore – e’ da un lato tranquillizzante, dall’altro stiamo procedendo con l’armonizzazione dell’effettuazione dei test alle indicazioni nazionali, per le quali vanno effettuati sulle persone sintomatiche. Pertanto, il contatto asintomatico continuera’ ad essere isolato in quarantena per 14 giorni e gli sara’ effettuato il tampone solo in caso di comparsa di sintomi”.
“Mi aspetto dunque che nei prossimi giorni il ritmo dei casi positivi possa diminuire. Nella situazione data, abbiamo diversi elementi da valutare positivamente, a partire dal fatto che nella maggioranza dei casi si guarisca semplicemente stando a casa e assumendo degli antipiretici”, ha concluso Venturi. Alle nuove indicazioni sui tamponi, Venturi ha ricordato che continua ad affiancarsi, sempre sul piano diagnostico, la linea ‘aggressiva’ messa in campo dalla Regione fino a ora: tutti i pazienti con polmonite in ospedale vengono sottoposti a tac del torace e tampone. E a questo proposito, tra tutte le indagini effettuate, soltanto in un caso – quello di Cattolica – e’ stata riscontrata la positivita’. Rispetto a ieri pomeriggio, i 50 nuovi casi riguardano prevalentemente Piacenza, dove sono 35; 2 Parma (dove l’origine del contagio rimane Codogno, dove si era recato un pullman di ballerini) e 3 Rimini (questi ultimi tutti correlati al primo paziente di Rimini).
Infine, 10 nuovi casi sono a Modena, sette dei quali riconducibili alla persona che si era recata nel Basso Lodigiano e prima contagiata nel territorio provinciale; gli altri tre riguardano un uomo che ha ricevuto la visita del figlio arrivato dalla Lombardia e due persone sulle quali sono in corso approfondimenti epidemiologici. Per quanto riguarda i 6 casi complessivi di Rimini, sono tutti contatti del proprietario del ristorante, dipendenti o avventori; e’ ancora in corso l’indagine, non solo epidemiologica, per verificare se i clienti che nell’ultimo mese avevano pernottato nella struttura limitrofa fossero provenienti dal Basso Lodigiano.
In Versilia 5 asintomatici in quarantena
Il sindaco di Massarosa (Lucca) Alberto Coluccini ha firmato un’ordinanza per disporre nei confronti di cinque persone la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva a causa del Coronavirus. I cinque provengono dalla ‘zona rossa’ della Lombardia, dove si e’ diffuso il virus, o sono entrati in contatto con altri provenienti da quella zona in questi giorni. Tutte e cinque le persone sono asintomatiche e stanno bene. L’ordinanza, spiega il Comune di Massarosa, e’ stata emessa su proposta dell’Area Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Usl Toscana nord ovest e obbliga questo soggetti alla misura della quarantena presso il proprio alloggio per il periodo stabilito dalla stessa Usl con sorveglianza attiva svolta da personale della Usl Toscana Nord Ovest.
10 casi di positività nel modenese, su 3 accertamenti in corso
Su tre dei 10 casi di positività al coronavirus riscontrati nel Modenese “sono in corso aggiornamenti ma sono fiducioso che possa essere tutto riconducibile al focolaio lombardo”. Lo afferma l’assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna, Sergio Venturi.
2 bambini milanesi in vacanza in Engadina positivi al Covid-19
Due bambini milanesi, in vacanza con la famiglia in Engadina, in Svizzera, sono risultati positivi al Coronavirus. Lo hanno confermato questo pomeriggio in conferenza stampa le autorita’ grigionesi. I due fratellini – a quanto apprende Agenzia Nova – sono partiti per la Svizzera lo scorso venerdi’ e hanno iniziato ad avere febbre e tosse lunedi’. Anche i genitori e le collaboratrici domestiche della famiglia hanno sintomi e sono in attesa dei risultati del tampone per il Covid-19. La notizia ha fatto scattare le misure per il contenimento del contagio nel Canton Grigioni, come la sospensione della Engadina Skimarathon, la tradizionale maratona sugli sci da fondo che attraversa i laghi di St. Moritz, prevista l’8 marzo.
Un caso nel cremonese
Il sindaco di Spino d’Adda, nel cremonese, Luigi Poli, avvisa la cittadinanza con una nota pubblicata sul sito del Comune che nella cittadina è stato accertato un caso di coronavirus. “Invito tutti – scrive il sindaco – a evitare inutili, inopportuni e ingiustificati allarmismi e a seguire attentamente le semplici regole di comportamento, ampiamente diffuse nei giorni scorsi e comunque consultabili all’albo pretorio, sul sito internet del Comune e sui vari siti istituzionali”.
Paura in un comune del Cilento, chiusi i negozi
E’ arrivata al pronto soccorso dell’ospedale ‘San Luca’ di Vallo della Lucania (Salerno), la sera del 25 febbraio con febbre alta e tosse e per la 26enne biologa residente ad Abatemarco di Montano Antilia (Salerno), ma proveniente da Cremona, e’ scattato subito l’isolamento. C’e’ preoccupazione nel piccolo comune del Cilento, per il caso della ragazza risultata positiva al Coronavirus. Ma il sindaco, Luciano Trivelli, lancia un appello a mantenere la calma: “Posso garantire che non abbasseremo la guardia”. La biologa era giunta a Montano Antilia il giorno 15 in treno da Cremona, dove lavora, per trascorrere alcuni giorni insieme ai genitori e agli amici. Gia’ nella giornata di ieri, subito dopo aver ricevuto la notizia della positivita’ al Coronavirus, il sindaco del paesino cilentano Luciano Trivelli ha disposto la quarantena per la famiglia della donna e per gli amici e i conoscenti entrati in contatti con lei.
“Invito la cittadinanza a mantenere la calma – dice il primo cittadino, che ha anche disposto la chiusura di tutte le attivita’ commerciali – E’ necessario mantenere un profilo adeguato alla situazione. E’ normale che qui in paese, e nelle comunita’ limitrofe, vi sia preoccupazione e un po’ di ansia, ma posso garantire che non abbasseremo la guardia. Sono tranquillo e invito la cittadinanza a fare lo stesso.”. Per maggiore sicurezza, anche il direttore sanitario del “San Luca” di Vallo, Adriano De Vita, aveva disposto gia’ nella serata di ieri l’isolamento per 14 giorni di tutti gli operatori sanitari venuti a contatto con la giovane biologa, nonostante fossero muniti dei sistemi di sicurezza previsti per evitare di infettarsi. “I pazienti che lamentano sintomi riconducibili al Coronavirus seguono un percorso dedicato che esclude qualsiasi contatto con l’ospedale – spiega De Vita – E’ quanto successo anche con la donna che si e’ recata da noi due giorni fa. Siamo pronti e attrezzati a ricevere nuovi pazienti che lamentano gli stessi sintomi, ma invito tutti a rivolgersi sempre prima al medico curante e al 118. Recarsi direttamente in ospedale e’ inutile e controproducente”. Dopo il primo caso di Coronavirus nel Cilento, scende in campo anche la diocesi di Vallo della Lucania. Il vescovo Ciro Miniero, in una lettera inviata alle chiese della diocesi, ha infatti diffuso una serie di misure preventive per evitare la diffusione del virus in occasione della messa. Tra queste, lo svuotamento delle acquasantiere, l’esclusione del segno della pace e precauzioni durante le “confessioni auricolari” e in contesti di contatti personali.