“Non siamo ancora a questo livello. L’Oms ha definito l’Africa l’anello debole della catena di sorveglianza ma questo primo caso” di nuovo coronavirus “non fa scattare l’allarme, perché si tratta di un caso in Egitto, che non è ‘Africa nera’, appartiene alla regione medio orientale ed è un Paese relativamente sviluppato con una struttura statale forte“.
Lo ha sottolineato Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), a SkyTg24, sui rischi di una pandemia ora che il nuovo coronavirus è sbarcato in Africa e sulle richieste rivolte da alcuni partiti come Fratelli d’Italia al governo di attivarsi per l’attuazione di un blocco navale.
“Il caso – ha ricordato Rezza – è stato immediatamente identificato e isolato. Se arrivasse in un Paese con una struttura meno forte, magari dell’Africa centrale. allora il rischio di diffusione potrebbe esserci”.
“Rischi in Africa, ma il virus non arriva sui barconi”
Il primo caso di paziente positivo in Africa “è un segnale d’allarme da non sottovalutare, perché dove i sistemi sanitari sono meno efficenti c’è il rischio di epidemia. Ma da questo ad affermare che il virus possa arrivare in Italia con i barconi ce ne passa. Purtroppo i migranti che partono malati sui barconi, non arrivano proprio nel nostro Paese”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Aldo Morrone, direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano di Roma che replica così all’onorevole Francesco Lollobrigida di Fdi che aveva chiesto il ‘blocco navale per il pericolo di arrivi dall’Africa’ citando proprio Morrone. “Voglio essere un signore e dire che forse non mi sono spiegato bene”, replica Morrone. “Tra poco partirò per l’Africa, andrò in Etiopia per lavoro – prosegue Morrone – Purtroppo di questo continente abbiamo un’idea sbagliata, ma ci sono oltre 50 Stati e 1,3 mld di persone. In 15 Stati si possono fare già test diagnostici per il coronavirus”.
“Sulle navi è difficile il controllo di qualsiasi virus”
“Le misure di controllo” della diffusione di un virus “su una nave sono difficili, perché ci sono diversi fattori da porre sotto controllo, lo abbiamo visto in altre situazioni, in cui ad esempio si sono diffusi norovirus. Non è quindi un pericolo specifico per la Covid-19”. A sottolinearlo Sylvie Briand, direttore Global Infectious Hazard Preparedness dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). “Lavoriamo a stretto contatto con le autorità giapponesi e con i responsabili medici sulla nave” Diamond Princess, dove sono ancora in isolamento anche 35 italiani, “per capire quali siano le migliori misure per proteggere le persone sulle nave ma anche essere obiettivi nel contenimento del virus. Dobbiamo contenere il virus, non contenere le persone, e attuare un bilanciamento fra la salute della popolazione in Giappone e quella delle persone presenti sulla nave. Bilanciare questo è difficile perché ci sono ancora molte cose che sono sconosciute su questo virus e lavoriamo ora dopo ora per chiarirle”.