Coronavirus: il contagio all’estero? “E’ solo la punta dell’iceberg”

Coronavirus: i casi all'estero potrebbero essere "solo la punta dell'iceberg", secondo il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
MeteoWeb

I casi di coronavirus all’estero potrebbero essere “solo la punta dell’iceberg“: il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spiegato in un tweet che “ci sono stati alcuni casi preoccupanti sulla diffusione del 2019nCoV da persone che non hanno fatto viaggi in Cina. La rilevazione di un piccolo numero di casi potrebbe indicare una trasmissione più ampia in altri Paesi.
Una “missione di esperti internazionali” è partita per il Paese più colpito per aiutare il coordinamento della risposta all’epidemia.
Anche se all’estero il contagio sembra essere più lento rispetto alla Cina, Ghebreyesus non ha escluso la possibilità che ci possa essere un’accelerazione dell’epidemia: “Il contenimento resta il nostro obiettivo, ma tutti i Paesi devono usare la finestra dell’opportunità creata dalla strategia di contenimento per prepararsi al possibile arrivo del virus“.

Fuori dalla Cina si sono registrate oltre 350 infezioni suddivise in quasi 30 tra Paesi e regioni. Due le vittime, una a Hong Kong e una nelle Filippine.

In Cina il bilancio delle vittime è salito a 908, mentre i casi di contagio hanno superato quota 40mila: lo hanno reso noto le autorità di Pechino.
Nell’aggiornamento quotidiano la National Health Commission, l’organo responsabile per i servizi igienico-sanitari e la salute nel Paese, ha confermato che il numero di infezioni è 40.171, con oltre 3.000 nuovi casi segnalati. Ci sono stati 97 nuovi decessi per virus – 91 nella provincia di Hubei, la più colpita – portando il bilancio nazionale delle vittime a 908.

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