Un caso di Coronavirus è stato confermato in Piemonte. I test, che hanno dato esito positivo, sono stati svolti a Torino dagli specialisti dell’ospedale Amedeo di Savoia.
Si tratta del primo caso di positività al Coronavirus nella regione, mentre sono altri 15 quelli sospetti.
Il contagiato è un 40enne ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia. L’uomo ha un po’ di febbre, ma la sue condizioni sarebbero buone. E’ venuto in contatto con le persone contagiate in Lombardia. Lavora a Cesano Boscone, paese alle porte di Milano, il quarantenne torinese risultato positivo (primo caso in Piemonte) al Coronavirus, ed e’ un collega di due persone che attualmente risultano ricoverate in Lombardia. E’ quanto e’ trapelato oggi a margine dell’incontro, a Torino, nella sala operativa della Protezione civile, dove e’ stata attivata una Unita’ di crisi. Per raggiungere il luogo di lavoro, secondo quanto e’ stato comunicato, si e’ servito in numerose occasioni del treno.
Sotto osservazione la moglie e i due bambini di sette e otto anni dell’uomo ricoverato. “Il paziente ha manifestato i primi sintomi giovedi’ sera. Aveva una leggera tosse” spiega il Giovanni Di Perri, direttore della clinica di malattie infettive del centro epidemiologico. “Mercoledi’ l’uomo ha giocato a basket e percio’ abbiamo consigliato a tutti i membri della squadra che sono entrati in contatto con lui di restare a casa“. In queste ore in sanitari stanno raggiungendo i giocatori della squadra per eseguire i tamponi diagnostici che stabiliranno se e’ avvenuto o meno il contagio. “Il paziente era un po’ spaventano quando e’ arrivato in ospedale- racconta ancora Di Perri- ma il tasso di mortalita’ per un uomo della sua eta’ e’ molto basso”.
“La situazione è totalmente sotto controllo. Le nostre strutture sono in grado di affrontare la situazione. Nessun allarmismo, ma nervi saldi“, ha affermato oggi il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, in merito alla questione Coronavirus. “Qualsiasi situazione potrà essere gestita. Non c’è nessuna emergenza“.
“Con riferimento alla notizia di un possibile collegamento tra il primo caso di nuovo coronavirus confermato e registrato oggi a Torino e la sua partecipazione alla gara di Portofino, si precisa che la corsa podistica si e’ svolta venti giorni fa e quindi ben oltre il periodo di incubazione del paziente piemontese risultato positivo“. E’ quanto informa Alisa, l’azienda ligure sanitaria in una nota. “Il periodo di incubazione del SARS-CoV-2, e’ mediamente di tre-sei giorni e inferiore a 14 giorni, come emerge dai dati ad oggi raccolti- prosegue la nota- il contagio e’ avvenuto successivamente all’evento sportivo, a causa di altri contatti“.
Dopo il primo caso di contagio accertato in Piemonte, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha convocato l’Unita’ di crisi al Centro regionale della Protezione civile. Oltre al governatore sono presenti, fra gli altri, la sindaca di Torino Chiara Appendino, il prefetto Claudio Palomba, il questore Giuseppe De Matteis e il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Rizzo. “Ogni decisione verra’ presa dopo le 18“, ha spiegato Appendino. “Ai cittadini diciamo di evitare i pronto soccorso – ha aggiunto Cirio – e, qualora si manifestassero i sintomi, chiamare il 118, con un’ambulanza che raggiungera’ il domicilio. A breve arriveranno dei macchinari che consentono di dimezzare i tempi per la diagnosi, da sei tre ore”.
“Il vertiginoso aumento del numero di casi confermati in Italia non deve lasciarci spiazzati. È anche l’effetto delle misure messe in atto per contrastare il virus.
Nelle prossime ore è inevitabile che il numero dei soggetti trovati positivi al nuovo coronavirus aumenterà. Perché diciamo questo? Per due ordini di motivi. Il primo è che ormai sappiamo quanto SARS-CoV-2 sia infettivo. Sappiamo inoltre anche quanto sia subdola ed efficiente la modalità di contagio, che avviene quando chi ha già l’infezione non manifesta sintomi evidenti“: lo spiegano Roberto Burioni e Nicasio Mancini sul sito Medical Facts, magazine online di informazione scientifica e debunking delle fake news.
“C’è un altro motivo, però. Il principale. Se qualcosa non si cerca, non si trova. Se qualcosa si cerca, si trova. I casi saranno identificati come effetto delle nuove misure di contenimento dell’epidemia nel nostro Paese. Tracciare i contatti di chi è già positivo, infatti, avrà come inevitabile conseguenza il fatto di trovarne degli altri ma, allo stesso tempo, permetterà di proteggere un numero esponenzialmente più altro di nostri concittadini (di noi stessi!) dal rischio del contagio. Conoscere la situazione, agendo, ci permetterà di mettere a punto misure sempre più efficaci. Allo stesso tempo, ci permetterà ancora meglio di conoscere le caratteristiche del virus e della sua infezione nella nostra realtà.
Dunque niente panico, niente polemiche ma consapevolezza piena di quanto sta accadendo. Ognuno di noi può, con i propri comportamenti responsabili, far da barriera alla diffusione del virus. Facciamolo e basta, senza esitazioni.”