Il coronavirus continua a circolare in Italia, facendo registrare nuovi casi nelle nostre regioni. ”Invito tutti i miei concittadini alla calma e a condurre normalmente le loro attività, tenendo conto delle misure di autotutela indicate dal ministero della Sanità e che sono pubblicate sul sito del Comune di Carrara, della Regione Toscana e dell’Azienda sanitaria”. Così il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, a proposito del caso della 65enne di Codogno (Lodi) risultata positiva al test per il coronavirus – si attende la validazione dell’Iss – e che si trova in isolamento nella sua abitazione di Carrara. Questa mattina l’Ufficio di igiene dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, spiega una nota, ha notificato al sindaco di Carrara “una proposta di ordinanza a carico di una donna risultata positiva al test del corona virus. L’esito del tampone deve ancora essere vidimato dall’Istituto superiore di sanità ma intanto è scattato il provvedimento di quarantena obbligatoria con sorveglianza attiva dell’azienda sanitaria”. La donna, classe 1955, è in buone condizioni di salute e si trovava già in isolamento volontario, insieme al marito, anche lui sottoposto a quarantena obbligatoria, nella loro abitazione situata nel comune di Carrara. La coppia è originaria di Codogno e ha dichiarato di essere rimasta sempre in isolamento, dopo l’arrivo a Carrara.
“L’Asl, dopo aver attentamente analizzato la vicenda, ha ritenuto di ricorrere alla sola misura della quarantena per i due coniugi e di non attivare ulteriori prescrizioni. La situazione è sotto il costante monitoraggio delle autorità competenti e il nostro comune sta provvedendo a rifornire di generi di prima necessità i coniugi. Io stesso ho telefonato alla coppia che è serena e che mi ha confermato di essere in buone condizioni di salute”.
196 casi in Veneto, un asintomatico da Codogno
Sono 196 i casi di contagio da Coronavirus in Veneto, secondo l’ultimo aggiornamento fornito dalla Regione. Rispetto al dato delle ore 9.00 di stamani, si registrano 4 casi in meno. Un caso, asintomatico, e’ stato collegato al focolaio lombardo di Codogno. Sono 108 le persone asintomatiche (-2), e 21 quelle non accertate; 58 quelle ricoverate (+23), di cui 12 (+1) in terapia intensiva; i dimessi in isolamento sono 7 (+1) e 21 (-18) quelli il cui stato clinico non e’ accertato. Il numero dei decessi e’ rimasto fermo a due. Il focolaio piu’ ampio resta quello di Vo’ Euganeo, con 78 casi accertati (+6) seguito da Treviso (35, invariati rispetto a stamani), Venezia (15, +1), Limena (10, invariati), Mirano (5, invariati) e Vicenza (3). Altri 49 positivi al tampone non sono stati assegnati ad alcun focolaio.
46 positivi in Liguria, primo caso a Imperia
Sono 46 casi i casi di positivita’ al Coronavirus in Liguria. E’ il dato aggiornato oggi dalla Regione: di questi, 24 sono gia’ ripartiti nella notte per il Piemonte e facevano parte del gruppo di turisti degli alberghi di Alassio. I tamponi in corso sono 7. Nel frattempo ad Imperia si registra un primo caso per la provincia del ponente ligure. “E’ una persona in sorveglianza attiva in Liguria fin dal suo arrivo – ha spiegato il governatore Giovanni Toti – con diligente autodenuncia della stessa. E’ chiusa in casa, dove sta facendo il decorso della sua malattia. Proviene da un’area di contagio lombarda, uno dei dieci comuni della zona rossa. E’ una storia nota e sotto controllo che non desta preoccupazione” ha concluso Toti.
“È evidente che l’unica area soggetta ad approfondimenti e’ quella di Savona, mentre sulle altre aree fortunatamente il lavoro della nostra sanita’ ha dato i suoi frutti. Alla luce di questo si decidera’ nelle prossime ore se e dove riaprire scuole e manifestazioni pubbliche sulla base di un indirizzo che al momento vede prevalere l’idea della riapertura, almeno nella maggior parte delle province”. Cosi’ su Facebook il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti dopo aver finito di confrontarsi “con il Governo sulla situazione coronavirus in Liguria anche per prendere decisioni importanti, ad esempio sulle scuole e sulle manifestazioni pubbliche”. “La prima settimana di chiusura degli istituti scolastici si e’ resa necessaria ed e’ stata utilissima perche’ non conoscevamo l’origine del contagio. Ad oggi invece- aggiunge Toti- tutti i casi positivi della regione hanno una provenienza e conosciamo tutti i loro contatti, dunque non ci sono focolai ne’ situazioni ignote e la maggior parte dei contagi provengono dagli alberghi di Alassio, che stiamo continuando ad alleggerire riportando a casa gli ospiti provenienti da fuori Liguria”. Pertanto, riflette il governatore, “chi considera necessario chiudere le scuole per 14 giorni, lo leggo come ragionamento di molti, non tiene conto che i contagi si susseguono nel tempo e che chiudere due settimane equivale a chiudere una o molte, non vi e’ alcun fondamento scientifico in tutto cio'”.
Detto questo, aggiunge Toti, “d’accordo con il Governo abbiamo dato mandato all’Istituto superiore di sanita’, che conosce perfettamente la diffusione del virus anche nella nostra regione, di stabilire regole appropriate per i prossimi giorni tali da continuare a contenere il contagio ma garantire anche, se possibile, almeno un parziale ritorno alla normalita’, soprattutto nelle zone dove il coronavirus e’ totalmente assente e dunque non rappresenta al momento una minaccia”. Riassume Toti: “È evidente che l’unica area soggetta ad approfondimenti e’ quella di Savona, mentre sulle altre aree fortunatamente il lavoro della nostra sanita’ ha dato i suoi frutti. Alla luce di questo si decidera’ nelle prossime ore se e dove riaprire scuole e manifestazioni pubbliche sulla base di un indirizzo che al momento vede prevalere l’idea della riapertura, almeno nella maggior parte delle province”. Inoltre, rassicura Toti, “ricordiamoci tutti che il CORONAVIRUS non e’ necessariamente letale, anzi anche per quello che stiamo sperimentando proprio in Liguria molti soggetti affrontano la malattia a casa propria senza particolari sintomi e solo una minoranza necessita di cure importanti, che comunque i nostri ospedali sono in grado di fornire”. Dunque, conclude il governatore, “invito tutti a non lasciarsi fuorviare dalla paura e dall’emotivita’ e regionare in modo lucido sulla base delle indicazioni scientifiche, cosa che noi abbiamo fatto fin dall’inizio di questa crisi”.
Lombardia, “Il virus c’è ancora ed è in fase espansiva”
“Ad oggi sono 615 i tamponi positivi su un totale di 5723 tamponi realizzati. Sono 256 i pazienti ricoverati, 80 persone in terapia intensiva, meno rispetto a ieri”. Lo ha dichiarato l’assessore al Welfare Giulio Gallera durante la conferenza stampa a Palazzo Lombardia a Milano sull’emergenza del Coronavirus in Lombardia. Sono aumentati i decessi che “sono saliti a 23, tutti con le stesse caratteristiche – ha aggiunto Gallera – tutte persone anziane, con patologie gia’ presenti e un quadro clinico compromesso, con patologie cardiovascolari, diabete, e criticita’ oncologiche”. “Ci sono sessanta guariti, con tampone negativo, e gli accessi giornalieri in ospedale continuano a diminuire”, ha aggiunto Gallera. “Stiamo facendo uno straordinario sforzo per provare a contenere la diffusione del virus” ha dichiarato Gallera, sottolineando anche il tema “dell’isolamento dei contatti diretti, che sono circa 8 mila”. “E’ strategico il loro isolamento, stiamo definendo una modalita’ sempre piu’ strutturata di sorveglianza di queste persone con il coinvolgimento dei volontari della protezione civile, magari per la consegna dei dispositivi di prevenzione individuale – ha aggiunto Gallera – anche per monitorare queste persone, al di la’ delle telefonate che facciamo, ma rimane un elemento strategico che queste persone rimangano nel loro domicilio e vengano monitorate per i loro possibili aggravamenti”.
“Il virus e’ ancora presente ed e’ ancora in fase espansiva. Siamo molto confidenti e speranzosi che presto si vedano gli effetti positivi sulle misure prese domenica scorsa”. Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, in un videocollegamento con la conferenza stampa convocata a Palazzo Lombardia questo pomeriggio per fare il punto sull’emergenza coronavirus. Fontana ha detto che la “giornata e’ stata dedicata esclusivamente da questa mattina al confronto contatto con il presidente del Consiglio Conte e tutti i governatori per arrivare a una conclusione del Dpcm che dovrebbe gestire la prossima settimana e dettare le regole a cui ci dovremo attenere”. Regione Lombardia sta reclutando nuovi medici per gli ospedali in affanno, come Cremona e Lodi, ma soprattutto Cremona. “Li stiamo reclutando dalle Asst di Varese e Bergamo, arrivano nelle prossime ore”, annuncia Gallera.