Per le donne incinte “la possibilità di infettarsi è elevata anche se la mortalità è molto bassa. Ma la gravidanza come tutte le condizioni particolari rappresenta un fattore di rischio intrinseco”. Così Claudio Giorlandino, ginecologo esperto in diagnosi prenatale, direttore generale dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine, commenta il caso di contagio da coronavirus che ha colpito una donna in stato di gravidanza nel lodigiano. “L’esperienza che possiamo applicare al coronavirus è la stessa che è stata riferita alla Sars e alla Mers. Entrambe queste infezioni hanno dimostrato una morbilità abbastanza controllata nelle donne sane in gravidanza mentre le problematiche sono più gravi nelle donne con alterazioni di gravidanza, ipertese, obese e con capacità respiratoria alterata. Le condizioni predisponenti sono quindi importanti e anche l’età gestazionale gioca un ruolo delicato” perché “la capacità respiratoria si riduce con il crescere delle dimensioni dell’utero e il volume d’aria respirata. L’età gestazionale più avanzata è quella in cui l’infezione potrebbe giocare un ruolo peggiore”.
Quali sono allora le precauzioni da adottare per evitare il rischio di contagio? “Le precauzioni sono le stesse per tutti: evitare i luoghi pubblici e soggetti con possibile contaminazione. E’ importante però che le problematiche della gravidanza siano tenute sempre in considerazione. Quindi – conclude Giorlandino – le donne in gravidanza in questa fase delicata di pandemia devono cercare di condurre una vita più riservata ed evitare possibili infezioni aggiuntive, non aumentare di peso, eseguire esercizi respiratori”, perché “terapie e vaccini non esistono”.