“La misura immediata che stiamo prendendo è quella di rintracciare tutti i contatti di coloro che sono risultati positivi ai test e dunque ricoverati, affinché possano essere messi in quarantena. Questa è la soluzione per contenere quanto più possibile la diffusione del virus“: lo ha affermato Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, intervenendo stamani allo speciale del Giornale Radio sul Coronavirus. “Prima del cosiddetto paziente 1, vi è stato sicuramente un soggetto zero – ha affermato Sileri – che è stato colui che è risultato il veicolo, dipende da quanti giorni è stato male. Dalle informazioni che abbiamo è stato per 5 giorni con febbre, ed ha avuto una intensa attività sociale, che ha determinato una maggiore probabilità di diffusione del virus stesso. Non dimentichiamo che perché ci sia diffusione è necessario un contatto stretto. Meno si è attivi meno si corrono rischi che la carica virale si trasmetta“.
“Il paziente 1 ha avuto una intensa attività sociale ed è stato molti giorni con febbre e sintomi. Per quanto concerne il primo focolaio – ha proseguito il vice ministro – il paziente zero è stato rintracciato ed è risultato negativo al tampone. Parlo del manager rientrato dalla Cina. Ma questo non significa che non possa aver avuto il virus, ma potrebbe esserne guarito e ora mostrare gli anticorpi. Ma di questo avremo consapevolezza nella giornata di oggi. Ricostruire il percorso è fondamentale – ha sottolineato Sileri – per capire con chi si è avuto stretto contatto, ripeto stretto, non basta un incontro occasionale. Importantissimo il tampone certo, ma è necessario anche la quarantena, l’isolamento. Faccio un esempio: il ragazzo che abbiamo riportato da Wuhan è risultato positivo ma non aveva avuto alcun sintomo. L’influenza da Coronavirus ha una mortalità un po’ maggiore rispetto all’influenza standard, ecco spiegata l’alta contagiosità. Direi quindi niente paura né panico, ma ora abbiamo il virus in casa, mentre i casi precedenti li avevamo importati. Si tratterà di limitare geograficamente le zone di diffusione del virus limitando i contatti quanto più possibile“.