“Il coronavirus è stato isolato e ne è stata ricostruita la sequenza genomica. Ora potranno studiarlo e capirne le reazioni tutti gli scienziati del mondo: abbiamo deciso da subito di mettere a disposizione di tutta la comunità scientifica questi dati, perché tanti Paesi sono al lavoro” per combatterlo: lo ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di “In Mezz’ora” su Rai3. “Siamo il primo paese d’europa che ha deciso di bloccare i voli appena l’Oms ha dichiarato l’emergenza internazionale, abbiamo nominato un commissario che è Borrelli, gli Usa hanno dichiarato l’emergenza qualche ora dopo di noi. L’Italia è un grande paese e non bisogna avere paura e lo stiamo dimostrando con i fatti“.
“Riconoscere il virus serve a ‘linkare’ i casi con il focolaio centrale. Noi abbiamo ora 3 sequenze di questo virus ed è lo stesso ceppo di Wuhan,” ha spiegato il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, ospite a “In Mezz’ora”. “Isolare il virus significa anche poter stabilire quante volte è passato da persona a persona e capire cosa succede in un Paese. Noi speriamo non ci siano altri casi, ma non possiamo escludere che arrivino da noi anche come casi secondari, dobbiamo essere pronti a rispondere colpo su colpo“.
Foto Getty“Il fatto di aver isolato il coronavirus è un tassello fondamentale: permette a chi fa ricerca di studiare sul virus vivente nuovi farmaci, potenzialmente attivi, e nuovi vaccini. È un fattore decisivo per questi studi“: o ha spiegato all’Adnkronos Salute, Anna Teresa Palamara, microbiologa del dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive dell’università Sapienza di Roma, riferendosi al risultato annunciato oggi dall’Istituto Spallanzani di Roma. “L’Italia può dare un importante contributo anche nelle prossime tappe di ricerca. Nel nostro Paese esistono laboratori con una lunga esperienza di studi sia su coronavirus sia su altri virus. Si può cominciare a lavorare subito, appena l’istituto Spallanzani renderà disponibile alla comunità scientifica italiana il virus“.
L’isolamento del coronavirus è un grande passo avanti “ma per un eventuale vaccino ci vorranno almeno sei mesi“, ha spiegato la virologa Ilaria Capua a Mezzora in più su Raitre: “Abbiamo del materiale di partenza, sia per cercare delle soluzioni terapeutiche, sia per mettere insieme lo sviluppo di un vaccino, che comunque non è dietro l’angolo“. A farle eco il direttore Ippolito, che ha precisato come “vaccini che siano messi a punto andranno valutati, validati, provati. Le agenzie regolatorie europea e americana stanno lavorando su un protocollo e ieri l’Oms ha rilasciato una procedura per facilitare lo sviluppo in maniera che tutti si adeguino e interagiscano“.
“L’isolamento del coronavirus può aiutare a mettere a punto i metodi diagnostici, testare l’efficacia di molecole antivirali conosciute, oltre a identificare e potenziare eventuali punti deboli del virus. Tutto questo per lo sviluppo di strategie terapeutiche e l’identificazione di eventuali target vaccinali,” ha spiegato all’Adnkronos Salute, Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. “L’isolamento virale, effettuato anche in Italia dallo Spallanzani, permette di sequenziare il virus e confrontarlo con i ceppi già isolati anche in Cina e al di fuori della Cina in Paesi come Francia e Australia per valutare eventuali mutazioni“.