Il coronavirus non è solo fonte di nuovi casi e nuove vittime nel nostro Paese. Dall’Italia, arrivano anche notizie positive, di regioni senza focolai e senza casi, di regioni che vanno verso la riapertura delle scuole. Notizie che danno una luce di speranza a fronte dell’aumento dei casi e delle vittime registrato nelle zone più duramente colpite.
In Emilia-Romagna, non ci sono focolai di coronavirus. I casi emersi sono finora tutti riconducibili ai territori fuori regione. Lo precisa l’assessore regionale alla Sanita’, Sergio Venturi, facendo il punto oggi in conferenza stampa in Regione. “Dobbiamo pensare, in particolare, che su 97 persone risultate positive ben 54, oltre la meta’ quindi, stanno facendo trascorrere la malattia a casa propria e gli altri si trovano nei reparti ‘normali’ di Malattie infettive, cosa che puo’ succedere di fronte ad una malattia sconosciuta. Se queste caratteristiche vengono mantenute- sospira Venturi- vuol dire che ci siamo presi molte precauzioni. Le precauzioni non sono mai esagerate, ma potremmo tirare un respiro di sollievo abbastanza presto”. Aggiunge in quest’ottica l’assessore regionale: “Anche i casi di altre regioni sono tutti riconducibili ai focolai noti, questo fa ben sperare per il futuro. Auspico un rallentamento dell’attuale regime, certamente: abbiamo tutti bisogno di essere piu’ fiduciosi e i dati ci stanno dando ragione, la qualita’ della malattia e’ medio-bassa”. Insiste Venturi: “Abbiamo bisogno di ricominciare a fare le cose che facevamo fino ad una settimana fa. La gradualita’ delle nuove misure la decidera’ comunque la nuova giunta regionale”, che si insedia domani.
Veneto, assessore sanità: “Solo 116 positivi su oltre 6 mila tamponi effettuati”
”Si sta decidendo in queste ore se reiterare l’ordinanza regionale per il coronavirus, ed eventualmente in quali termini. Ma anche in caso di revoca dell’ordinanza, le scuole di Vo’ Euganeo (oggetto del Dpcm ministeriale) e di Limena (dove si è registrato un caso positivo al virus), nel Padovano, rimarrebbero chiuse. Il plesso di Limena interessa circa 180 bambini”. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale del Veneto, Manuela Lanzarin in Consiglio regionale, incontrando i capigruppo e i componenti della commissione Sanità per fare il punto sulla diffusione del virus Covid 19 in Veneto e sulle risposte offerte dal sistema sanitario regionale. Oltre 6 mila tamponi eseguiti in Veneto, 116 i casi positivi al test e confermati (in gran parte asintomatici), 27 ricoverati di cui 8 in terapia intensiva, due morti e 2 contagiati già dimessi. Questi ad oggi i numeri dell’epidemia in Veneto – ricapitolati dall’assessore, affiancata da Francesca Russo, responsabile del Dipartimento Prevenzione della Sanità del Veneto – che sinora ha interessato in prevalenza soggetti in età anziana, spesso affetti già da altre patologie. Solo un minore, una bambina di otto anni a Limena, risulta positivo al test, peraltro senza manifestare sintomi clinici.
L’assessore regionale alla sanità, nel mettere al corrente i capigruppo e i consiglieri sull’evoluzione del quadro epidemiologico e delle misure di contenimento sanitario e di cura adottate, ha messo l’accento sulle risposte offerte dal sistema sanitario veneto e sulle nuove linee guida emanate dall’Istituto Superiore di Sanità sui tamponi, oggi previsti solo per i casi sintomatici che provengono da zone infette e per i soggetti con complicanze respiratorie. Per la referente della sanità veneta il sistema sanitario veneto al momento dimostra di reggere l’urto del coronavirus (ad oggi sono 145 i posti letto nei reparti per malattie infettive della Regione) e, grazie alla collaborazione di tutti gli attori in campo, non si è registrata nessuna interruzione nei servizi degli ospedali della rete regionale, ad eccezione del polo di Schiavonia, chiuso e destinato a fronteggiare eventuali picchi di ricoveri.
Sono stati disposti acquisti in massa di materiale sanitario (tamponi, mascherine, gel, camici, calzari, guanti) per consentire ai sanitari di far fronte al maggior fabbisogno per almeno tre mesi, ha ricordato l’assessore alla sanità. Si è provveduto all’assunzione immediata 215 figure professionali della sanità che verranno distribuiti alle diverse ULSS: 100 infermieri professionali, 80 operatori sociosanitari, 20 assistenti sanitari, 10 tecnici, 5 autisti, mettendo nuove forze in campo per far fronte all’emergenza, figure assunte a tempo indeterminato e quindi saranno in forza anche dopo emergenza. ”Quanto all’impegno economico della Regione, tutte queste spese aggiuntive per test, materiale sanitario, ordinativi aggiuntivi e rinforzo personale, destinato in particolare ai presidi ospedalieri di Padova e Treviso, entrano nella contabilità separata, che presenteremo al Governo. C’è l’impegno dell’esecutivo nazionale a rifondere alcune spese, anche se al momento non siamo a conoscenza di alcun provvedimento”, ha concluso.
“Da oggi (27 febbraio) abbiamo un incremento limitato dei casi di contagiati, vengono dai tamponi fatti: su 5.300 tamponi abbiamo avuto solo l’1,8% di positivi, ma ricordo che dei 98 contagiati ad oggi, il 50% o anche più sono asintomatici, non hanno assolutamente nulla se non la positività e soprattutto non c’è quell’incremento esponenziale che si prevede per questo virus, quindi vuol dire che è tutto sotto controllo e questo ci fa ben sperare per tornare velocemente alla normalità”: così il governatore del Veneto Luca Zaia, in un video postato sui social, fa il punto sulla situazione sull’emergenza Coronavirus davanti alla sede della Protezione Civile di Marghera (Venezia). Zaia ha inoltre annunciato di voler riaprire le scuole da lunedì, come anche musei, teatri, cinema e chiese. L’ordinanza di chiusura non sarà infatti reiterata, ma serve l’ok definitivo del ministro della Salute Roberto Speranza.
Sono oltre 6.800 i test per l’accertamento della positivita’ al Coronavirus affluiti alla microbiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Lo rende noto la Regione Veneto. Quelli di cui e’ attualmente disponibile la refertazione sono 6.065 provenienti da Padova; 233 provenienti da Venezia; 85 provenienti da Treviso e 44 provenienti da Verona. Gli altri sono in corso di refertazione.
Negativi gli ultimi tamponi eseguiti in Basilicata
Sono risultati tutti negativi i tamponi effettuati oggi sul paziente dell’ospedale San Carlo e sugli altri casi sospetti di contagio da nuovo Coronavirus a Rotonda e a Viggianello, nel Potentino. Lo rende noto la ‘task force’ regionale.
Tre ricoverati a Taranto negativi al tampone
Dei quattro ricoverati in osservazione all’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto, tre sono risultati negativi al Coronavirus. Uno dei tre era la seconda volta che si sottoponeva al test e questa persona, quindi, tra breve potra’ essere dimesso. L’unico positivo al tampone e’ invece l’uomo di Torricella, che e’ stato a Codogno nei giorni scorsi, per il quale si attende l’eventuale conferma alla positivita’ dall’istituto Spallanzani di Roma. Le persone che sono state a contatto con l’uomo risultato positivo, ovvero la moglie e il fratello del cittadino di Torricella, sono infine in isolamento singolo in due distinti appartamenti nel loro Comune di residenza, cioe’ Torricella.
”Siamo in una situazione sotto controllo, anzi. Dobbiamo continuare a dire alla popolazione pugliese che la vita deve continuare. E spiegare al mondo intero che la Puglia non è in questo momento un focolaio pericoloso”. Lo ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che è intervenuto oggi alla riunione della III commissione consiliare Sanità sul tema dell’emergenza infezione da Covid-19 -coronavirus. ”Dobbiamo immaginare misure che ci cautelino senza fermare la vita delle comunità”, ha affermato. ”Come fatto, ad esempio, disponendo la sanificazione delle scuole di concerto con il Presidente della provincia, il sindaco di Taranto e il Prefetto di Bari. E chiaro che sanificare tutti i luoghi comuni con una certa cadenza non è sbagliato. ”I medici di famiglia – ha tenuto a evidenziare Emiliano – sono un esercito importantissimo in questa fase e c’è una grande volontà di collaborazione”.
In Puglia e’ attivo dalle 18 di questo pomeriggio il numero verde informativo sul coronavirus. Gli operatori del servizio rispondono tutti i giorni dalle 8 alle 22 al numero 800713931.
Friuli Venezia Giulia: “Nessun caso, verso la riapertura delle scuole”
Al momento il Friuli Venezia Giulia non registra casi positivi al coronavirus. L’aggiornamento e’ stato dato al termine del Comitato operativo in collegamento con il Dipartimento nazionale di Protezione civile dal vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. In Friuli Venezia Giulia sono stati effettuati finora 160 tamponi e i casi sotto osservazione sono una dozzina. Nessuna decisione in merito alla riapertura delle scuole per lunedi’ e’ stata presa oggi ma la posizione dell’Amministrazione regionale va nella direzione di una riduzione delle restrizioni dell’ordinanza, guardando con pragmatismo alla ricerca di un recupero della normalita’, pur continuando a garantire attiva la macchina dell’emergenza del Servizio sanitario regionale. In queste ore il Friuli Venezia Giulia sta cercando una convergenza su questo obiettivo, tenendo in considerazione le posizioni delle altre Regioni e in particolare quella del vicino Veneto, cercando di raggiungere una scelta condivisa.
A Bolzano situazione ancora stabile, nessun nuovo caso
“Continua a essere stabile la situazione relativa al coronavirus. Anche oggi (27 febbraio) i rappresentanti della Protezione civile e della sanita’ provinciale si sono incontrati nel tardo pomeriggio al Centro situazioni presso la sede dell’Agenzia provinciale per la Protezione civile di Bolzano per fare il punto della situazione sul coornavirus Disease Covid-19. Erano presenti alla riunione anche l’assessore provinciale Thomas Widmann e quello alla Protezione civile Arnold Schuler”. Lo scrive la Provincia di Bolzano. “Non si e’ registrato alcun nuovo caso e rimane dunque fermo a uno il numero di persone che in Alto Adige hanno contratto il coronavirus. Il contagiato e i quattro casi considerati sospetti e poi risultati negativi si trovano in condizioni di salute relativamente buone. Tutti e 5 sono ancora ricoverati all’ospedale San Maurizio di Bolzano”, aggiunge la Provincia.
L’ospedale ‘blindato’ di Schiavonia lavora a pieno ritmo
E’ ‘blindato’ da venerdi’ 21 febbraio, quando e’ esploso il contagio da Coronavirus, ma e’ pienamente operativo anche oggi l’ospedale di Schiavonia (Padova). Dentro vi sono 150 pazienti, in quarantena ma nessuno positivo al virus, e 150-200 tra medici e infermieri, che possono uscire e rientrare per i turni, facendo ogni volta il tampone. “Sul nastro trasportatore le provette si susseguono una dopo l’altra, fermandosi per pochi attimi nelle ‘stazioni’ di processo, dove un sistema automatizzato provvede con azioni robotiche a centrifugarle, stapparle, prelevare il campione da analizzare, inviarle alla stazione successiva, per poi chiuderle e riporle in un frigorifero” scrive in un post su Fb il direttore dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta, elogiando gli ‘angeli’ con il camice. Operazioni, spiega, ripetute per 7mila provette anche in questi giorni di emergenza. “Uno spettacolo tecnologico il laboratorio Analisi automatizzato di Schiavonia. Non ha mai smesso di funzionare e anche oggi e’ pienamente operativo”.