Coronavirus, Coldiretti: “Da Taiwan stop a 1 milioni di Kg di carne di maiale (+49%)”

Con un aumento record del 49% ammontano a quasi un milione di chili nel 2019 le esportazioni di carne di maiale Made in Italy a Taiwan
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Con un aumento record del 49% ammontano a quasi un milione di chili nel 2019 le esportazioni di carne di maiale Made in Italy a Taiwan che ha deciso di mettere il bando a questi prodotti dopo la decisione del governo italiano di sospendere fino al 28 aprile prossimo i voli con la Cina, che riguarda anche l’isola, per i timori di contagio da coronavirus.

E’ quanto emerge da una proiezione della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al 2019 sugli effetti delle misure adottate dal paese asiatico. Come accaduto per i dazi americani imposti per il braccio di ferro tra boeing ed airbus e con l’embargo russo dopo le sanzioni europee ancora una volta – sottolinea la Coldiretti – è l’agroalimentare Made in Italy a subire le ritorsioni di azioni che non hanno nulla a che fare con il settore.

Si aggrava cosi – sottolinea la Coldiretti – il conto dei danni all’agroalimentare Made in Italy provocato dall’emergenza sanitaria. Il clima recessivo provocato dall’emergenza coronavirus ha provocato una brusca frenata delle esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy in Cina dopo aver fatto segnare il record storico nel 2019 per un valore stimato in 460 milioni di euro, con un aumento del 5% grazie alla progressiva apertura del gigante asiatico a stili di vita occidentali, secondo le proiezioni della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2019. I vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio – sottolinea la Coldiretti – si stanno riflettendo anche sulla logistica delle merci con incertezze e ritardi che impattano sugli scambi commerciali.

A pesare – precisa la Coldiretti – sono anche i limiti agli spostamenti interni dei cittadini cinesi che cambiano le abitudini di consumo soprattutto fuori casa. A pagare un conto salato è dunque il Made in Italy a tavola con il vino che è il prodotto tricolore più esportato in Cina per un valore stimato dalla Coldiretti in 140 milioni di euro nel 2019. La Cina – sottolinea la Coldiretti – per effetto di una crescita ininterrotta della domanda è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi. Ma difficoltà ci sono anche per le esportazioni di frutta e verdura fresca Made in Italy che avevano fatto segnare in Cina il record storico con un balzo nel 25% grazie alla progressiva apertura del gigante asiatico. 

Una minaccia soprattutto – continua la Coldiretti – per il boom delle esportazioni di kiwi e degli agrumi Made in Italy dopo l’apertura lo scorso anno per la prima volta delle frontiere cinesi grazie agli accordi sulla via della seta. Il rischio è anche che si fermino i negoziati per l’apertura delle frontiere anche a per e mele al momento ancora chiuse per motivi fitosanitari. Bisogna superare gli ostacoli tecnici alle esportazioni agroalimentari Made in Italy per riequilibrare i rapporti commerciali nell’agroalimentare con le importazioni dalla Cina che – conclude la Coldiretti – hanno superato di quasi il 50% il valore delle esportazioni per un valore stimato in 680 milioni nel 2019.  

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