Coronavirus: si testano i farmaci e i vaccini più “promettenti” per combattere la malattia

Al momento non esiste un farmaco in grado di curare le persone colpite dal nuovo coronavirus, ma la comunità scientifica sta testando diverse soluzioni
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Al momento non esiste un farmaco in grado di curare le persone colpite dal nuovo coronavirus, che ha contagiato piu’ di 83.000 persone in diversi Paesi del mondo, di cui 78.800 in Cina. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanita’, ci sono una settantina di farmaci, o combinazioni di farmaci, che vale la pena testare per curare i malati. Tra i progetti che sembrano piu’ promettenti, c’è Antivirali Remdesivir, il farmaco di cui si parla di piu’ in questi giorni, utilizzato in via sperimentale tanto negli ospedali di Wuhei quanto negli ospedali italiani. Prodotto dall’americana Gilead Sciences, e’ un antivirale ad ampio spettro: iniettato nei pazienti, crea una versione deformata di un nucleotide di cui il virus ha bisogno per replicarsi. L’obiettivo della somministrazione del Remdesivir e’ di impedire al virus di moltiplicarsi. Utilizzando la stessa strategia, Gilead ha messo a punto un farmaco efficace contro l’epatite C.

Secondo Francis Collins, lo scienziato che dirige il National Institutes of Health (NIH), l’agenzia del governo Usa che sovraintende la ricerca biomedica e la salute pubblica, si puo’ “essere ottimisti” sulle prospettive del Remdesivir. Il farmaco e’ attivo contro i virus il cui materiale genetico e’ fatto di RNA, come il Covid-19. Ha dato buoni risultati sui topi e sulle scimmie infettate dal virus della Mers, la sindrome respiratoria che si era diffusa in Medio Oriente nel 2012, ma non ha funzionato come cura per gli ammalati di Ebola. Un vero e proprio studio scientifico sull’efficacia del Remdesivir nei casi di Coronavirus verra’ avviato nei prossimi giorni dal NIH al Medical Center dell’Universita’ del Nebraska, dove sono ricoverati alcune persone ammalate con sintomi da Coronavirus e altre sono tenute in quarantena. Lo studio sara’ di tipo “cieco”, con alcuni soggetti che riceveranno il farmaco e altri a cui sara’ somministrato un placebo.

Per quanto riguarda i vaccini, considerati la migliore forma di difesa, hanno lo svantaggio che richiedono un periodo molto lungo per essere messi a punto, di circa tre-quattro anni. E’ necessario del tempo per avere la dimostrazione della loro efficacia e per produrne in quantita’ sufficiente per coprire ampie popolazioni. Fortunatamente gli scienziati non partono da zero, perche’ ricerche su un vaccino per Coronavirus erano stati avviati ai tempi della Sars (2002-2003), ricerche abbandonate perche’ quell’epidemia si era estinta per conto suo.

Fra le societa’ piu’ impegnate nella ricerca di un vaccino c’e’ il gruppo farmaceutico francese Sanofi. I suoi scienziati stanno lavorando per realizzare proteine, chiamate antigeni, dallo stesso virus, che iniettati nelle persone sane, dovrebbero avviare una reazione del sistema immunitario che dovrebbe sviluppare gli anticorpi per battere il Covid-19. Normalmente ogni dose di questi vaccini e’ realizzata partendo da un uovo di gallina, e questo in prospettiva potrebbe essere un problema per la difficolta’ di reperire milioni di uova di gallina.

Alcune societa’ stanno sperimentando anche nuovi tipi di vaccini che prevedono di iniettare nelle persone filamenti di materiale genetico del virus. Anche se finora questo tipo di vaccini non ha avuto successo, si continua ugualmente su questa strada perche’ potrebbe dare risultati in tempi piu’ rapidi. Sempre in tema di vaccini rapidi, nei giorni scorsi una societa’ americana, Moderna Therapeutics, ha annunciato di avere inviato al NIH alcune dosi di vaccino realizzato con RNA del virus. Queste dosi potrebbero essere somministrate a dei volontari in un esperimento sorvegliato che dovrebbe partire in aprile.

Inoltre, raccogliendo il plasma dai guariti, che hanno anticorpi nel loro sangue, e iniettandolo in persone malate, sono state osservate reazioni positive da parte dei pazienti. A Shanghai ci sono medici che stanno sperimentando le infusioni di plasma. I medici in Cina hanno anche utilizzato farmaci approvati per la cura dell’Aids. In un ospedale a Shanghai e’ stata testata su 52 pazienti una combinazione fra lopinavir e ritonavir. Questa combinazione e’ disponibile sul mercato con il nome Kaletra, un farmaco prodotto dall’americana AbbVie. Al momento, pero’, il suo utilizzo non ha dato i miglioramenti sperati nei pazienti colpiti dal Coronavirus.

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