Il giovane lombardo considerato “caso 1” dell’epidemia di Coronavirus in Italia “e’ sicuramente un superdiffusore, un soggetto cioe’ con una contagiosita’ molto superiore alla media. Non ha certo contagiato tutti gli oltre 200 malati in Lombardia, ma alcune decine sicuramente si’, mentre il tasso medio di contagiosita’ e’ pari a 2,5, ossia ogni malato ne puo’ contagiare statisticamente due e mezzo“: lo ha dichiarato all’AGI Fabrizio Pregliasco, virologo dell’universita’ di Milano, riferendosi all’evidente differenza con il caso dei due turisti cinesi ricoverati il mese scorso allo Spallanzani, che, in base ai controlli sui contatti piu’ stretti, non hanno contagiato nessuno. “Sono due estremi senz’altro – prosegue Pregliasco – e’ anomalo sia contagiarne venti che zero. Per fortuna i ‘superspreader’, come vengono chiamati, sono abbastanza rari“. “Probabilmente la variabile e’ la risposta immunitaria del soggetto, e pazienti particolarmente defedati sono meno contagiosi, ma non si osservano differenze di eta’, di sesso o di fase della malattia che ci permettano di capire il tasso di contagiosita’ di un individuo“.
“Ormai mi sembra abbastanza chiaro che in Lombardia stiamo assistendo solo alla punta dell’iceberg, cioe’ la situazione non e’ riconducibile solo al presunto paziente 1 ma a una serie di persone, magari dalla Cina, che hanno girato liberamente, senza sintomi o molto poco sintomatici, creando un cluster di contagi che sono in parte emersi solo dopo il caso del giovane a Codogno“.