“Ogni anno, in Italia, sono circa 185.000 le persone che vengono colpite da ictus cerebrale: di questi, 35.000 sono ripetizioni dopo il primo episodio, mentre 150.000 i nuovi casi.
L’ictus, che letteralmente significa “colpo” – termine che dà già l’idea di repentinità improvvisa che caratterizza la malattia – è causato dalla rottura o chiusura di un vaso sanguigno cerebrale. Se il danno alle cellule cerebrali è causato da una riduzione dell’apporto di ossigeno e di nutrimenti al cervello, siamo di fronte a un’ischemia. Se invece dipende dalla fuoriuscita di sangue da un vaso, parliamo di emorragia cerebrale.
L’ictus cerebrale rappresenta in Italia la terza causa di morte, e la prima causa di disabilità: l’incidenza è piuttosto bassa fino ai 40-45 anni, per aumentare gradualmente e raggiungere il suo apice dopo i 70 anni.”
Quali possono essere i sintomi pericolosi? Sull’argomento ha fatto chiarezza la Dottoressa Simona Marcheselli, Responsabile dell’Unità autonoma di Neurologia di urgenza e Stroke unit di Humanitas Research Hospital, attraverso un approfondimento sul portale Humanitas.
I segnali a cui prestare attenzione
I sintomi di Ictus possono essere diversi e presentarsi in gravità variabile.
Tendenzialmente il primo sintomo è la mancata forza a carico degli arti vi possono poi essere problemi alla vista come parziale cecità o visione doppia, difficoltà a parlare e a ricordare le parole da dire, insieme a difficoltà di coordinazione e disturbi della sensibilità.
In caso di emorragia cerebrale, si può aggiunge anche un forte mal di testa.
Quando si presentano questi sintomi è fondamentale rivolgersi al 118 immediatamente: l’ictus ischemico deve essere trattato entro 4, 5 ore, altrimenti i farmaci rischiano di essere non solo inutili, ma dannosi.
Prevenire è meglio che curare
Come per molte malattie, la prevenzione risulta fondamentale. Effettuare visite periodiche presso il proprio medico di base aiuterà a mantenere controllato il proprio profilo di rischio vascolare.
Ci sono alcuni accorgimenti pratici, però, che possono essere molto utili nella prevenzione, come non fumare, praticare attività fisica quotidiana, mantenere controllato e nella norma il peso corporeo (nei soggetti in sovrappeso si possono avere effetti negativi sulla pressione arteriosa). È bene anche limitare il consumo di alcolici, ridurre il consumo di grassi di origine animale, di sale e aumentare il consumo di frutta, verdura, legumi, grassi polinsaturi.
Infine bisogna ricordarsi di controllare la pressione arteriosa e i livelli di glicemia con frequenza, e qualora le modificazioni alimentari e dello stile di vita non siano sufficienti bisognerà, dietro consiglio medico iniziare terapie adeguate che devono essere assunte in modo scrupoloso.