Isolamento del coronavirus in Italia: un “passo essenziale” anche per sviluppare un vaccino

L’aver isolato il coronavirus "in tempi così rapidi permetterà di fare grandi passi nella lotta contro l'epidemia che desta preoccupazione in tutto il mondo"
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Dall’avere a disposizione il primo materiale da studiare, al momento in cui sarà disponibile un vaccino” utilizzabile contro il nuovo coronavirus, “passa del tempo e non è detto che questo succeda prima che la fase epidemica sia risolta. Se lo sviluppo avverrà in collaborazione con i centri di ricerca cinesi non lo sappiamo, vediamo cosa ci viene proposto“: lo ha dichiarato oggi Maria Rosaria Capobianchi, direttore del laboratorio di Virologia dell’Inmi Spallanzani di Roma, che ha incontrato il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e l’ambasciatore cinese in Italia S.E Li Junhua nella sede della Regione, insieme alle altre due ricercatrici che hanno isolato il coronavirus in Italia. “L’isolamento del virus – ha proseguito Capobianchi – è un passo essenziale per averlo, per studiarlo e per poter perfezionare i metodi diagnostici, individuare eventuali sostanze antivirali e per capire la biologia del virus e i suoi meccanismi patogenetici. E’ un passo cruciale ogni volta che abbiamo a che fare con un nuovo virus: si apre un campo importante di ricerca per trovare applicazioni nel campo del trattamento e della prevenzione. Aver isolato il virus è un passo indispensabile per fare tutto quello che ho detto, compreso il vaccino. La scienza ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, bisognerà studiare tutte le piattaforme utilizzabili“.

Il risultato raggiunto dalle ricercatrici dello Spallanzani – spiega Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia – è motivo di grande orgoglio per tutto il sistema-Paese. L’aver isolato il virus in tempi così rapidi permetterà di fare grandi passi nella lotta contro questa epidemia che desta preoccupazione in tutto il mondo. Per quanto riguarda il nostro Paese, ora è il tempo della razionalità: da un lato si devono evitare fenomeni ingiustificati di isteria di massa nei confronti di persone o attività commerciali e imprenditoriali che nulla hanno a che vedere con le popolazioni colpite dal virus perché residenti in Italia da decenni e prive di qualunque contatto con le terre d’origine. Dall’altro lato lo Stato deve impegnarsi a garantire la sicurezza di tutti i cittadini controllando i flussi migratori di ogni provenienza e mettendo in pratica tutto quanto necessario a limitare il rischio di contagio nella popolazione. Ogni Stato, l’Italia in primis, deve fare il massimo affinché l’epidemia non si trasformi in pandemia e questo significa attrezzarsi al meglio per controllare le complicanze delle infezioni e finanziare la rete nazionale delle terapie intensive. Non deve mancare, infine, una seria riflessione sui fondi per il mondo della ricerca: se siamo riusciti a raggiungere un risultato del genere con le magre finanze a disposizione del settore possiamo solo immaginare quanto si potrebbe fare destinando risorse adeguate al mondo della ricerca: il Governo ne dovrebbe tenere conto”.

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