Torna dalla Cina e i genitori lo mettono in quarantena: “C’è l’isteria, la mia gente non mi vuole”

"Si è diffusa la notizia del mio arrivo e ora lì c'è l'isteria. Non lo avrei mai immaginato, sembrano diventati tutti matti", racconta un insegnante rientrato dalla Cina
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Per Cosimo, docente di inglese in un ateneo della Cina, quello del coronavirus sembrava già un lontano incubo quando è arrivato a Brindisi dalla Cina. Eppure sceso dall’aereo, con il desiderio di riabbracciare la famiglia, quello che si è trovato davanti sono stati i genitori con le mascherine, che si tenevano a debita distanza, e una macchina messa a disposizione per andare in quarantena. Cosimo ora si trova in un appartamento vuoto di uno zio a Matino, nel Leccese.

In questa provincia almeno 10 persone si trovano in auto-quarantena per prevenire la diffusione del Coronavirus. Tra di loro, l’unico italiano è Cosimo (gli altri sono 9 cinesi tornati dal proprio Paese), che oltre alla ‘auto-reclusione’ deve anche subire il “pregiudizio della gente di Parabita”, il paesino del Leccese di circa 9.000 abitanti in cui è nato e dove abita ancora la sua famiglia. “Si è diffusa la notizia del mio arrivo e ora lì c’è l’isteria. Non lo avrei mai immaginato, sembrano diventati tutti matti, dice al telefono nella casa dove si trova in quarantena, una condizione che aveva già sperimentato nel suo appartamento in Cina, dallo scorso 24 gennaio.

coronavirusCosimo ha 35 anni ed è un insegnante di inglese all’università di Xian, a circa 1.000 chilometri da Wuhan, la regione “epicentro” del Coronavirus. “Dopo aver osservato le regole rigide che impone quel Paese, ho deciso di tornare a casa per abbracciare la mia famiglia e trovare un po’ di serenità. Essendo chiusi i voli per l’Italia, ho preso un aereo diretto a Londra, dove ho potuto togliere la mascherina senza neppure dover essere sottoposto a controlli. Infine mi sono diretto a Brindisi, dove speravo di tornare a casa”, ha raccontato. Ma lì le cose non sono andate come si aspettava: “C’erano mia madre e mio padre con la mascherina. Avevano paura e mi hanno detto: ‘Figlio mio, ci dispiace tantissimo. Anche noi stiamo soffrendo di questa situazione. Ma ormai ci sono le voci del paesino. Cosimo scusaci, ma non possiamo venire in macchina con te. È stato deciso che tu debba stare in quarantena per 15 giorni nella casa disabitata di tuo zio a Matino”, gli hanno detto, con la conferma del suo stesso medico di base: “Applichiamo una precauzione prevista nelle misure di contenimento del virus recepite dalla Regione Puglia, che riguarda chi proviene dalla Cina, anche se non ha sintomi“.

Altri miei amici e colleghi italiani rientrati da Xian, in altre regioni, non sono stati trattati da appestato come me. Loro sono ovviamente sotto osservazione, ma si trovano nella propria casa e sta a loro decidere se voler uscire o no. E soprattutto senza dover sottostare alle isterie dei compaesani”, si lamenta Cosimo. “Non voglio che i miei abbiano problemi con i compaesani. Per la storia del ‘parente dalla Cina’, loro stanno già avendo qualche disagio”, ha concluso.

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