Con +16% donne al lavoro è record occupazione femminile degli ultimi 40 anni anche se il divario con gli uomini resta fra i più alti d’Europa. E’ quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati Istat in occasione dell’8 marzo, la giornata internazionale della donna. Pur continuando a registra una differenza a favore dei maschi di almeno 18 punti contro i 10 della media Ue – evidenzia Uecoop – Fra il 1977 e il 2018 il tasso di occupazione degli uomini è calato dal 74,6 al 67,6% mentre quello delle donne è aumentato dal 33,5 al 49,5% segno di un sempre maggior coinvolgimento dell’universo femminile del mondo produttivo, comprese le posizioni apicali, anche se non si è ancora raggiunta la parità di genere visto che nei Cda delle società quotate in Borsa la presenza femminile ha raggiunto per la prima volta il 36,4%. Una situazione che colloca l’Italia al quinto posto a livello mondiale per donne nei Consigli di amministrazione, preceduta da Svezia, Belgio, Norvegia e Francia spiega Uecoop sulla base dello studio di Credit Suisse “The CS Gender 3000 in 2019”
Tuttavia il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane un problema anche a livello geografico nazionale – evidenzia Uecoop – visto che nel Mezzogiorno lavora sono 1 donna su 3 (32,2%) contro quasi il 60% delle regioni del Nord e a livello nazionale differenze si registrano anche sul fronte dei redditi con quelli delle donne lavoratrici che sono in media del 25% inferiori a quelli dei maschi (15.373 euro rispetto a 20.453 euro nel 2017). La partecipazione delle donne al mondo del lavoro è poi molto legata ai carichi familiari con il tasso di occupazione delle madri è più basso di quello delle donne senza figli. Infatti fra i 49mila genitori che nel 2018 si sono licenziati volontariamente per incompatibilità fra i propri impegni professionali e la cura dei figli – sottolinea Uecoop – in 7 casi su 10 si tratta proprio di mamme che rinunciano al posto di lavoro per stare a casa considerata l’assenza di parenti di supporto (27%) l’elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato fra asilo nido e baby sitter (7%) o il mancato accoglimento dei figli al nido (2%).
Nonostante evidenti difficoltà – continua Uecoop – due fattori continuano a spingere verso la partecipazione delle donne al mercato del lavoro: il maggiore livello di istruzione e il cambiamento culturale nei confronti della presenza femminile nel mondo del lavoro con il tasso di occupazione delle laureate che ha superato il 75%. In una transizione così importante – continua Uecoop – fondamentale è il ruolo delle cooperative dove un assunto su 2 è donna e dove le cooperative guidate da donne hanno generato nell’ultimo quinquennio scorso 30mila posti di lavoro in più.
Esiste nelle cooperative – conclude Uecoop – un patrimonio di professionalità che rappresenta una risorsa per il Paese, crea ricchezza, offre servizi, contribuisce all’emancipazione, garantisce la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita familiare, offrendo un contratto stabile con assunzioni a tempo indeterminato per l’85% degli addetti e dove il contributo delle donne oltre che fondamentale è anche strategico.