L’Italia è in piena emergenza coronavirus. Abbiamo ancora negli occhi le immagini dei mezzi militari che portano via le bare da Bergamo e i numeri delle vittime comunicati dalla Protezione Civile riecheggiano ancora nelle nostre orecchie: ora siamo il Paese con il maggior numero di morti al mondo a causa del coronavirus. È un momento estremamente difficile in cui c’è ancora da resistere e lottare con ogni mezzo per vincere questa battaglia.
Mai come in questo momento l’Italia ha bisogno di notizie positive, di speranza. Come quella che arriva da Codogno, la cittadina del lodigiano dove è iniziato tutto il 21 febbraio con l’individuazione della positività del 38enne, il “paziente 1” in Italia. Giancarlo Bonvicini è un pensionato di 85 anni ricoverato per una pericardite nel reparto di medicina a Codogno, dove è scoppiata l’emergenza dopo la scoperta del primo caso positivo. Anche lui è stato infettato ed è rimasto in isolamento per quasi un mese. Ieri, per la festa del papà, è tornato a casa. Bonvicini, che da piccolo ha avuto il tifo, ha superato una guerra, è stato un gran fumatore e di professione faceva il verniciatore, è rimasto asintomatico e non è mai peggiorato.
Quando è uscito, le infermiere lo hanno festeggiato e lui commosso le ha ringraziate. “È il primo guarito nella medicina dell’ospedale di Codogno“, racconta il figlio Flavio. “Ce l’ha fatta, non è mai peggiorato. È rimasto lì, isolato per quasi un mese: nessuno poteva andarlo a trovare, ci parlavamo solo al telefono. Era tranquillo“. Arrivato a casa, dopo un viaggio in macchina con il figlio al volante e lui sui sedili posteriori per mantenere le distanze, ha cercato di andare a salutare la moglie 80enne, sfebbrata da poco, ma non l’ha potuto fare. “L’ho dovuto fermare – spiega Flavio – perché lui è negativo e né io e né la mamma sappiamo se siamo negativi o positivi. Non abbiamo avuto la possibilità di fare il tampone e quindi per precauzione, per evitare che non si riammali, niente contatti“. Quindi ora lui e la moglie, con i loro 57 anni di matrimonio, vivono forzatamente da separati in casa: stanze diverse, bagni diversi, e non si vedono.
Bonvicini è rimasto isolato per quasi un mese e tante cose sono cambiate da allora. Voleva andare in sala a vedere la televisione e poi fare una passeggiata in giro con il cane. “Gli ho spiegato che non è possibile. Certo è stato un mese in ospedale, isolato dal mondo, deve ancora orientarsi“, ha concluso il figlio.