Si aggrava ulteriormente il bilancio dell’epidemia da Coronavirus in atto in Italia: il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha appena aggiornato i dati nel consueto bollettino quotidiano. Oggi si sono verificati altri 189 decessi, ma sono anche guarite 213 persone. I nuovi casi di contagio accertati sono stati 2.214. Il bilancio complessivo dall’inizio dell’epidemia in Italia è quindi di
- 1.016 morti
- 15.113 contagiati
- 1.258 guariti
L’Iss sta studiando perchè “la mortalità da coronavirus in Italia appaia così elevata rispetto ad altri paesi“. Lo ha detto Paolo D’Ancona, dell’Istituto superiore di sanita’, nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile con Angelo Borrelli. Il 98% dei deceduti dall’inizio emergenza Coronavirus ha più di 60 anni. Il 67% delle vittime, inoltre, aveva “almeno una patologia pregressa“.
Attualmente abbiamo 12.839 ammalati, che sono così distribuiti:
- 6.650 ricoverati nei reparti di malattie infettive
- 1.153 in gravi condizioni, ricoverati in terapia intensiva
- 5.036 in isolamento domiciliare.
“E’ possibile che al Sud possa esserci una circolazione più limitata del nuovo Coronavirus e che i picchi di pazienti che necessitano di terapia intensiva non siano cosi’ importanti come e’ stato al Nord, a patto che si rispettino le attuali misure stringenti di contenimento” ha detto all’ANSA il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro: “Al Sud i casi sono ancora limitati e se si agisce in un momento iniziale della curva epidemica si può intervenire in modo significativo. Ancora più cruciale, in tali aree, è dunque il rispetto delle misure“.
AGGIORNAMENTO DEL 13 MARZO
Coronavirus, il bilancio aggiornato: oggi altri 250 morti, 1.266 decessi in 3 settimane. “Ma solo 2 non avevano patologie pregresse” [DATI e TABELLE]
Di seguito la tabella con tutti i dati Regione per Regione:
Coronavirus, l’Oms: “pandemia si può controllare, i Paesi non si arrendano”
“La decisione di dichiarare l’epidemia di coronavirsus una pandemia non è stata presa alla leggera“: lo ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, precisando le motivazioni del provvedimento: la velocità e la scala dei contagi, e lo “scarso impegno politico” di alcuni Paesi nel controllare la malattia. “Descrivere il Covid-19 come una pandemia non significa che i paesi debbano arrendersi, anzi voglio essere molto chiaro: l’idea che si debba passare dal contenimento alla mitigazione è sbagliata e pericolosa, anzi occorre raddoppiare gli sforzi“, ha avvertito Tedros. “Il Covid-19 è una pandemia controllabile: quei Paesi che decidono di rinunciare a delle misure di salute pubblica (come il localizzare i casi e tracciarne le origini) finiranno con l’avere fra le mani un problema molto più grave, e un maggior peso sul sistema sanitario che richiederà provvedimenti assai più severi per poterlo tenere sotto controllo“, ha concluso il Direttore generale del’Oms.