“Quando eravamo chiusi dentro, avevamo intuito che il problema erano le mascherine e i disinfettanti. Per le prime non potevamo fare niente, ma per i secondi ci siamo messi subito in moto”: così Lorenzo Nicolini, ingegnere e coordinatore del gruppo comunale di Protezione civile di Codogno, spiega come si sia riusciti a impiantare, in pochissimo tempo, nella cittadina del lodigiano, un impianto per la produzione di liquido disinfettante, che ora viene distribuito gratuitamente a ospedali, comuni e case di cura di tutta la Lombardia.
“Dieci giorni fa abbiamo avviato la produzione di ipoclorito di sodio per sanificare gli ambienti, e oggi ne riusciamo a produrre – racconta Nicolini all’ANSA – 1200 litri al giorno. Solo l’altro giorno ne abbiamo mandati 1000 litri agli Spedali Civili di Brescia”.
Le macchine per produrre l’ipoclorito di sodio sono state concesse in comodato d’uso da una ditta milanese, mentre sale e bottiglie sono state donate da altri, e tutto viene realizzato grazie al lavoro dei 50 volontari circa della protezione civile comunale di Codogno, che fa da riferimento a tutta la provincia. Oltre che produrre il liquido, la protezione civile si occupa della distribuzione dei viveri: all’inizio dell’emergenza diverse ditte attive nella gestione delle mense e dei distributori automatici avevano fatto delle donazioni a favore della zona rossa, ieri ci si e’ resi conto che buon parte della merce in giacenza era arrivata molto vicina alla scadenza.
E’ stato diramato un avviso sui canali del Comune e in molti sono andati alla sede della protezione civile per ritirare i pacchi dei viveri, ma poi i volontari sono andati porta a porta a consegnare le buste con cracker, formaggi e dolci anche a chi non viene raggiunto dalle comunicazioni sul web. Cosi’ grazie ad avvisi tramite megafono in tutte le frazioni del circondario, moltissimi sono riusciti a ritirare le spese gia’ preparate, per un totale di 4 tonnellate di cibo consegnate solo nella giornata di ieri.
“Solitamente ci coordiniamo con i Coc, ma vista la scadenza ravvicinata – conclude Nicolini – abbiamo avviato una distribuzione straordinaria, abbiamo fatto tutto quello che potevamo per non buttare il cibo”. Loro, che sono i primi ad aver vissuto la quarantena, non nascondono la stanchezza: “siamo arrivati alla quarta settimana, la situazione e’ pesante”, ma il lavoro va avanti, non solo per il basso lodigiano ma per tutto il Nord Italia.