Coronavirus, l’esperto: “Al Sud sono rientrate 23 mila persone, ma non è una bomba pronta a scoppiare”

"Abbiamo avuto qualche segnale, ad esempio qualche studente rientrato in Puglia dal nord Italia che ha contagiato i propri genitori, pero' non è una bomba"
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Abbiamo avuto qualche segnale, ad esempio qualche studente rientrato in Puglia dal nord Italia che ha contagiato i propri genitori, pero’ non è una bomba“. Lo conferma all’ANSA il professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Universita’ di Pisa scelto dal governatore della Puglia, Michele Emiliano, per guidare la task force scientifica della Regione per l’emergenza coronavirus. “Da un punto di vista sanitario – aggiunge Lopalco – preoccupa di più la situazione negli ospedali che il rientro di 23mila persone”. 

Per quanto riguarda la situazione in Puglia “al momento, facendo tutti gli scongiuri del caso, l’andamento dei casi di contagio è più lento di quello di una crescita esponenziale, ormai abbiamo dati consolidati. Quindi, senza essere troppo ottimisti, possiamo certamente dire che, per ora, la crescita è decisamente più rallentata anche rispetto alle nostre previsioni“, precisa Pierluigi Lopalco. Su cosa accadrà nei prossimi giorni, il professore non si sbilancia: “E’ difficile fare previsioni, valgono per 24-48 ore, non di più”. Sui fattori che stanno rallentando il numero di contagi in Puglia spiega: “E’ il frutto di un’azione, un combinato di provvedimenti adottati: dal decreto del governo nazionale al lavoro che i dipartimenti di Igiene e prevenzione stanno facendo sui singoli territori andando a circoscrivere immediatamente ogni cluster, prima che possa innescarsi un focolaio”. Lopalco condivide l’ulteriore giro di vite deciso dal governo Conte, con la chiusura di parchi, giardini e limitazioni alle uscite: “Se purtroppo non sappiamo auto regolarci e’ necessario intervenire diversamente. In questo momento e’ fondamentale limitare i contatti”.

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