“La fluttuazione del numero di casi da un giorno all’altro è strettamente legata alla quantità di tamponi effettuati day by day e, soprattutto, al lavoro dei laboratori di analisi che, per i motivi più svariati, possono esaminarne di più una volta rispetto all’altra“: lo ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera Paolo Grossi, professore di Malattie infettive all’Università dell’Insubria di Varese, membro del gruppo di lavoro permanente sul Covid-19 del Consiglio superiore di Sanità.
In Lombardia giovedì sono stati effettuati 6.047 tamponi, il giorno prima 4.971, il 24 marzo 3.453: sono stati svolti più test perché ci sono più ammalati oppure i laboratori hanno elaborato più analisi un giorno rispetto all’altro? “È una domanda a cui è quasi impossibile rispondere. Probabilmente la verità è nel mezzo. La capacità di elaborare risultati dei laboratori può variare da un giorno all’altro. Nello stesso tempo ci possono essere più malati a domicilio che all’improvviso si aggravano e vengono ricoverati e, dunque, tamponati in ospedale. Oppure di pazienti sintomatici sottoposti all’esame nelle proprie case dopo i provvedimenti del 23 marzo di Regione Lombardia“.
“Bisogna capire cosa succederà nei prossimi giorni. Certo è che mollare sulle misure di contenimento sarebbe una grave imprudenza“.