“La situazione italiana è quella che il Centro europeo per il controllo delle malattie definisce di ‘livello 2’. Quindi, abbiamo dei focolai localizzati con trasmissione da persona a persona ormai di seconda, terza e quarta generazione e alcuni casi sporadici, tutti fortunatamente controllati e identificati. Lo sforzo che bisogna fare ora è quello di non passare a ‘livello 3’, cioè evitare che questi focolai da circoscritti e limitati si diffondano e diano quindi origine a un’epidemia estesa“. Lo ha detto all’AGI Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm).
“Secondo l’ultimo bollettino della Protezione civile in Italia – spiega – sono stati riscontrati in totale 2.502 casi, di cui 160 sono guariti. Il totale delle persone positive e’ quindi 2.263. La circolazione piu’ intensa e’ sempre nelle zone rosse, che sono appunto concentrate in alcune aree limitate della Lombardia, dell’Emilia Romagna e del Veneto. Al di fuori quindi di queste zone, gli altri casi che si osservano nelle altre regioni italiane, oltre a essere molto minori numericamente, sono collegati ai focolai maggiori”.
L’obiettivo, secondo l’esperto, e’ evitare che le cose cambino in peggio. “L’unica strategia utile ed efficace e’ quella di limitare il contagio – dice Maga – e cioe’ mantenere una stretta sorveglianza, un isolamento rigido nelle zone dei focolai maggiori, continuare a monitorare in maniera molto efficace e con una soglia di attenzione molto alta l’eventuale comparsa di casi in altre zone e quindi prenderli subito in carico e isolarli”.
Per l’esperto del Cnr è un bene l’implementazione di misure che servono a ridurre il rischio di trasmissione. “Queste misure possono essere anche pesanti, soprattutto nelle zone rosse sono chiaramente molto limitanti. Nelle zone al di fuori di questi focolai – dice – la valutazione deve essere sempre fatta sul rapporto rischio-beneficio, ovvero bisogna chiedersi: il beneficio e l’impatto che queste misure possono avere sul ridurre il rischio di trasmissione e’ superiore all’impatto negativo che possono avere sulla struttura sociale ed economica del paese? Queste sono valutazioni che solo le autorità possono fare perché solo loro hanno un quadro complessivo“.
Il principio cardine rimane però quello di limitare il più possibile i contatti. “Questo però deve essere declinato in diverse forme a seconda dell’intensità di circolazione e di distanza rispetto ai focolai”, sottolinea Maga. “Chiaramente, evitare grandi assembramenti e grandi manifestazioni e comunque tutte le occasioni straordinarie in cui ci siano un’importante aggregazione di persone e’ una misura utile e in questa fase necessaria. Localmente – continua – bisogna valutare caso per caso e attenersi poi alle decisioni delle autorita'”.
I tempi necessari, secondo Maga, saranno piuttosto lunghi. “Questa situazione non si risolvera’ nel giro di pochi giorni. Alla fine di questa settimana – precisa – potremo forse avere una prima indicazione se le infezioni a livello dei focolai stanno diminuendo, ma considerando che il tempo di incubazione e’ di circa 10 giorni, noi oggi stiamo assistendo alla manifestazione di infezioni pregresse. Dovremmo aspettare quindi un’altra settimana ancora o due per capire se le nuove infezioni stanno diminuendo. Bisogna quindi spiegare questo ai cittadini e richiamare tutti al senso di responsabilita’ perche’ in questo momento siamo in grado di controllare la situazione e quindi siamo anche in grado di spegnerla auspicabilmente in tempi brevi”.