Coronavirus, meno smog ma arriva un nuovo pericolo: tamponi, guanti e mascherine sono infetti e pericolosi da smaltire

Il coronavirus ha fatto diminuire lo smog ma ha fatto triplicare i rifiuti ospedalieri, con conseguenti danni ambientali
MeteoWeb

Il coronavirus fa nettamente diminuire i livelli di smog, ma ha causato allo stesso tempo un deciso aumento dei rifiuti ospedalieri. Con il divieto di traffico e la chiusura di scuole, uffici e imprese, calano le polveri sottili ma dovendo stare in casa aumentano quelle prodotte dal riscaldamento domestico. Ridotto anche l’inquinamento acustico, con le città surreali per l’inconsueto silenzio. L’emergenza Covid-19, d’altro canto, aumenta però i rifiuti ospedalieri: solo fra tamponi faringei, guanti in lattice e mascherine la quantità è cresciuta fortemente e le aziende che li gestiscono hanno triplicato la raccolta nei nosocomi, aumentando personale e mezzi ma avvertono che il sistema rischia di collassare nel giro di pochi giorni, senza un adeguato supporto e riconoscimento da parte delle Istituzioni. A rilevare, fra gli altri, il calo di inquinamento al nord sono le immagini del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Dopo oltre un mese di restrizioni in Pianura Padana, i livelli di biossido di azoto, il gas nocivo emesso dai combustibili fossili in particolare dai veicoli a motore e dalle strutture industriali, si sono ridotti come rilevato dai sensori Tropomi (Tropospheric Monitoring Instrument) a bordo del satellite. Un effetto simile era stato fotografato dai satelliti dell’Esa e raccolto con immagini dalla Nasa all’inizio di marzo in Cina, dove i livelli di biossido di azoto sono calati del 30%. Dall’Emilia Romagna, una delle regioni del bacino padano fra le più inquinate d’Europa, il dirigente dell’agenzia regionale che monitora la qualità dell’aria (Arpae) Vanes Poluzzi avverte che alla riduzione di Pm10 molto ha contribuito il ‘motore meteorologico’ che ha portato, nei giorni scorsi, piogge e vento ma “non prendiamo abbagli: è presto per affermare che i decreti per limitare il contagio del coronavirus hanno avuto impatto sull’inquinamento. Lo si potrà verificare solo quando l’emergenza sanitaria terminerà e avremo tutti i dati”.

Intanto il coronavirus ha fatto triplicare i rifiuti ospedalieri. Tamponi, guanti e mascherine sono infetti e ritenuti pericolosi e difficili da riciclare se non trasformati in energia con i termovalorizzatori. Per lo smaltimento di questa mole di rifiuti voluminosi in campo ci sono oltre 90.000 addetti delle imprese della gestione dei rifiuti a garantire i servizi pubblici ed essenziali di raccolta e gestione dei rifiuti urbani e speciali. Le associazioni Assoambiente e Uncircular lanciano un appello chiedendo “una moratoria per le prossime scadenze degli adempimenti ambientali“, di “consentire alle aziende di effettuare le necessarie scelte organizzative e operative per sopperire alle carenze del personale” e di “chiarire definitivamente a livello nazionale che la gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse e, pertanto, non si devono applicare le limitazioni generali alle attività economiche“.

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