La Lombardia e il Piemonte intensificano le misure restrittive per tentare di arginare la diffusione del coronavirus e al Sud tornano le paure di un nuovo esodo, come quelli che si sono verificati nelle scorse settimane.
“Regione Lombardia, d’accordo con i sindaci del nostro territorio, con le associazioni di categoria e con le parti sociali, ha deciso di emanare un’ordinanza con la quale vengono disposte nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del coronavirus. Una decisione dettata dal serrato confronto con le nostre autorita’ sanitarie che ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare. Non so piu’ come dirlo: solo con l’estrema limitazione dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire questa tendenza”. Lo comunica il presidente, Attilio Fontana, dopo il confronto avuto oggi in videoconferenza con i sindaci dei capoluoghi della Lombardia, il presidente dell’ANCI Lombardia e dell’UPL e i rappresentanti del Tavolo del Patto per lo Sviluppo. L’ordinanza entra in vigore domani e produce effetto – salvo diverse disposizioni legate all’evoluzione della situazione epidemiologica – fino al 15 aprile. La competenza sulla chiusura delle attivita’ produttive e’ del Governo, ma i rappresentanti delle associazioni di impresa hanno garantito che fin dalle prossime ore chiederanno ai propri associati di sospendere comunque tutte quelle produzioni che non fanno parte delle filiere ‘essenziali’.
L’atto del presidente Fontana amplia le decisioni del Governo con ulteriori interventi tra i quali si segnalano: – il divieto di assembramento nei luoghi pubblici – fatto salvo il distanziamento (droplet) – e conseguente ammenda fino a 5.000 euro; – la sospensione dell’attivita’ degli Uffici Pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilita’; – la sospensione delle attivita’ artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali; – la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti; – la sospensione delle attivita’ inerenti ai servizi alla persona; – la chiusura delle attivita’ degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza; – la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza. Gli ospiti gia’ presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all’entrata in vigore dell’ordinanza; – il fermo delle attivita’ nei cantieri edili. Sono esclusi dai divieti quelli legati alle attivita’ di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari; – la chiusura dei distributori automatici cosiddetti ‘h24′ che distribuiscono bevande e alimenti confezionati; – il divieto di praticare sport e attivita’ motorie svolte all’aperto, anche singolarmente.
Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie, ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, valgono le prescrizioni su distanziamento degli utenti contenute nelle due ordinanze regionali gia’ in vigore. Resta affidata ai sindaci la valutazione di ampliare ulteriormente le disposizioni restrittive in base alle rispettive esigenze.
Piemonte, nuovi limiti in tutta Regione
“Se non lo facciamo adesso rischiamo che sia inutile”. Cosi’ il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio in serata ha annunciato un ulteriore stretta sulle misure imposte per limitare il contagio da Coronavirus. In particolare, la nuova ordinanza firmata dal vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso e operativa da domani, dispone la chiusura di uffici pubblici e studi professionali, vieta gli spostamenti verso le seconde case e limita le attivita’ mercatali. “Chiudiamo tutto quello che e’ possibile chiudere in base ai poteri di cui dispongono le Regioni – spiega Cirio – questa e’ la piu’ grande emergenza affrontata dal dopoguerra ad oggi. Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino, ma vi prego di comprendere che e’ la scelta giusta. La nostra liberta’ e’ un bene, ma la nostra vita lo e’ di piu’. Vi prego, proteggetela restando a casa”.
La nuova ordinanza, che avra’ efficacia in Piemonte fino al 3 aprile, prevede anche una stretta sui mercati, che saranno possibili solo dove i sindaci potranno garantire il contingentamento degli accessi e il non assembramento, anche grazie all’utilizzo di transenne e sempre con il presidio costante dei vigili urbani. Inoltre, l’accesso agli esercizi commerciali sara’ limitato a un solo componente del nucleo familiare, salvo comprovati motivi di assistenza ad altre persone. Chiusi anche gli uffici pubblici e gli studi professionali, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e indifferibili. Fra le altre misure, il divieto di assembramento di piu’ di due persone nei luoghi pubblici, lo stop agli spostamenti verso le seconde case e il divieto di sosta e assembramento davanti ai distributori automatici “h24” che forniscono bevande e alimenti confezionati. Bloccate anche le slot machine e disattivati i monitor e televisori da parte degli esercenti. Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie e i tabaccai, dove dovra’ essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Dove possibile, dovra’ effettuarsi la rilevazione sistematica della temperatura corporea presso i supermercati, le farmacie e i luoghi di lavoro. Disposto, infine, il fermo dell’attivita’ nei cantieri, a eccezione di quelli di interesse strategico.
Presidente Calabria: “Conte blocchi nuovo esodo da Nord”
“Apprendiamo in questi minuti di una nuova ordinanza emessa dalla Regione Lombardia che prevede, tra l’altro, il fermo delle attivita’ dei cantieri edili e la sospensione delle attivita’ degli uffici pubblici, delle attivita’ artigianali e degli studi professionali”. Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. “Si tratta – prosegue Santelli – di misure che, se da un lato rappresentano un’ulteriore stretta al propagarsi dei contagi in Lombardia, possono determinare indirettamente pesanti conseguenze per la Calabria e per tutte le regioni meridionali. Tanti corregionali che lavorano in questi settori, infatti, potrebbero di decidere, cosi’ come e’ avvenuto per gli studenti fuori sede, di rientrare in massa con conseguenze pesantissime per le nostre comunita’. La maggioranza dei casi che oggi registriamo in Calabria e’ stata causata dai rientri dalle persone provenienti dalle zone rosse del Nord Italia che a loro volta hanno innescato il contagio sul nostro territorio. Rivolgo un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’interno, Luciana Lamorgese e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola de Micheli affinche’ – dice il presidente della Regione blocchino un altro esodo che avrebbe effetti devastanti”. Santelli poi aggiunge: “L’invito ai calabresi che lavorano fuori dalla nostra regione, e’ sempre lo stesso: fatelo per le vostre famiglie, per i vostri cari, fatelo per voi stessi, ma non tornate in Calabria. C’e’ a rischio – conclude il presidente della Regione – la salute di un’intera comunita’ e un sistema sanitario come il nostro, per quanto siano tanti e grandi gli sforzi per renderlo adeguato, non potrebbe sopportare una nuova ondata di contagi”.
Bardi a Conte: “No a esodo dalla Lombardia alla Basilicata”
Il premier Giuseppe Conte fermi l’esodo dalla Lombardia verso la Basilicata. A chiederlo e’ il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in un lettera al presidente del Consiglio. “E’ di poco fa la notizia che il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha chiuso per motivi precauzionali ulteriori attivita’ produttive. E’ una scelta che mi sento di condividere, ma Le devo dire con franchezza che questo tipo di ordinanza pone dei serissimi problemi al precario equilibrio che da tempo abbiamo messo in campo per combattere questo terribile virus”. E sottolinea: “Il mio appello va innanzitutto alle autorita’ di governo. Si prendano tutte le misure per impedire che una possibile e probabile ondata di lavoratori provenienti dalla Lombardia venga senza nessun controllo nelle nostre citta’. Questo provocherebbe un probabile allargamento del virus nelle nostre popolazioni”. “Il secondo appello che mi sento di fare ai lucani che per motivi di lavoro sono in Lombardia: vi prego – scrive Bardi- se avete a cuore la vostra salute e quella dei vostri cari, di rimanere dove siete e di non tornare qui. Allo stato non vi sono altre alternative”. Nel frattempo Bardi chiedera’ “ai prefetti di Potenza e Matera di attuare tutte le procedure previste dalla legge per il riconoscimento di quanti provengono da queste zone”.