La situazione delle carceri italiane sembra lentamente tornare alla normalità. Le proteste stanno rientrando ormai ovunque, tranne a Trapani dove diversi detenuti sono saliti sul tetto chiedendo di poter fare immediatamente il tampone per il coronavirus. Il bilancio delle sommosse, però, è pesantissimo, soprattutto per quello che riguarda le vittime: 12 morti, 9 a Modena e 3 a Rieti, tutti stroncati da overdose di farmaci dopo i saccheggi nelle infermerie. A Foggia, invece, si è placata la furia anche se i detenuti rifiutano di rientrare nelle celle, mentre 50 evasi sono stati catturati dalle forze dell’ordine. La tensione resta comunque alta per i 22 ancora a piede libero, tra i quali c’è un uomo finito dietro le sbarre per omicidio.
Emergenza rientrata anche a Bologna, dove si registrano ingenti danni alla struttura penitenziaria, e negli istituti di Venezia, Palermo Pagliarelli, Caltanissetta, Chieti e Larino. Allarme rientrato pure a Melfi, dove i sette ostaggi (quattro agenti della polizia penitenziaria, due medici e una psicologa) sono stati liberati la notte scorsa. Un contributo decisivo a risolvere la situazione è arrivato dal ministero della Giustizia, annunciando l’arrivo di circa 100mila mascherine per consentire una rapida ripresa dei colloqui con i familiari.
Ma sono molti i punti da chiarire in questa vicenda, infatti il Ministro della Giustizia Bonafede oggi sarà prima in Parlamento per un’informativa urgente. Le opposizioni aspettano il ministro al varco. In particolare Salvini, che chiede “pugno duro” senza concedere “nessuno sconto di pena e zero favori“. Il leader della Lega chiede la chiusura delle celle e sospensione della ‘vigilanza dinamica’ e la nomina di un commissario straordinario, perché “chi c’è adesso ha fallito“. Dalla maggioranza, però, resiste il Pd. “Chiediamo che chi aveva la possibilità di lavorare fuori dal carcere venga messo nelle condizioni di uscire per andare al lavoro e resti poi a dormire fuori“, ribadisce il vice presidente dei senatori dem Franco Mirabelli. Che per far fronte al sovraffollamento carcerario torna a chiedere i domiciliari per chi è vicino a scontare la pena, senza amnistie o indulti. Sulle proposte c’è il silenzio degli alleati. Il capo politico del M5S, Vito Crimi, ringrazia Bonafede, la Polizia penitenziaria e le forze dell’ordine per il lavoro svolto, mentre Italia viva non cambia posizione: via il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini.