Coronavirus, il sindaco di Nerola: “Ci difendiamo da quelli che ci definiscono untori, perché non lo siamo”

Nerola è un comune alle porte di Roma da diversi giorni diventato zona rossa. Il sindaco: "Gestire una cosa del genere è difficilissimo"
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Sabina Granieri, sindaco di Nerola, è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
Nerola è un comune alle porte di Roma da diversi giorni diventato zona rossa. Il sindaco: “Gestire una cosa del genere è difficilissimo. All’inizio pensavo di non avere neanche la capacità di farlo. Poi la forza ti viene, anche grazie al supporto del coordinamento delle forze dell’ordine, che si sono immediatamente date da fare“.
La ricostruzione degli eventi: “La decisione della zona rossa è motivata dal fatto che per un paese di 1930 abitanti l’incidenza di 72 positivi era talmente alta che costringeva tutti a salvaguardare la salute pubblica applicando questa tipologia di chiusura. Abbiamo concordato tutti insieme di fare zona rossa. Siamo chiusi, non si entra, non si esce, ormai da un po’ di giorni, fino all’otto aprile. Dal primo momento ho preteso che facessero i tamponi a tutta la comunità. Per la sua tutela e poi perché essendo noi pochi potevamo anche rappresentare un caso di studio. E’ una cosa che si può fare nei piccoli centri. La mia richiesta è stata formalizzata, ancora non ho avuto risposta, ma ieri mattina è arrivato il camper dello Spallanzani con i tamponi. Verranno fatte tre tipologie di analisi: i tamponi, la puntura del dito e l’analisi del sangue. Per valutare anche la presenza di eventuali anticorpi“.
Sulla risposta dei cittadini: “Sono molto bravi, abbiamo forte un senso di comunità. Ci difendiamo da quelli che ci definiscono untori, perché non lo siamo. E i quattrocento tamponi che son stati fatti hanno un trend positivo. Qualcuno ci ha definito untori. Noi all’interno stiamo bene, abbiamo sempre rispettato le regole e continuiamo a farlo, adesso ci siamo trovati con questa cosa, psicologicamente siamo provati da quello che leggiamo da fuori, anche sui social. Rispettiamo le regole, aspettiamo l’otto aprile“.
Sulla reazione dei bambini: “Erano abituati già da prima a stare a casa, sono stata un sindaco molto severo, i controlli erano stretti. Vedremo poi psicologicamente quali saranno stati i risvolti“.

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