Anziani e disabili: l’Emilia Romagna rilancia il sistema integrato dei servizi

“La Regione Emilia-Romagna ha confermato la validità del sistema integrato di welfare, riconoscendo alla cooperazione sociale un ruolo fondamentale nella co-progettazione e nella gestione di servizi alla persona, a partire da quelli per anziani e disabili”
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“La Regione Emilia-Romagna ha confermato la validità del sistema integrato di welfare, riconoscendo alla cooperazione sociale un ruolo fondamentale nella co-progettazione e nella gestione di servizi alla persona, a partire da quelli per anziani e disabili”.
Lo segnalano le centrali cooperative riunite nell’Alleanza Cooperative Sociali Emilia-Romagna dopo l’incontro di ieri con la vicepresidente della Regione Elly Schlein e l’assessore alla Sanità Raffaele Donini.
“Le cooperative sociali gestiscono attualmente quasi il 70% dei posti accreditati in Regione dalla direttiva 514/2009” dichiarano i presidenti delle federazioni regionali di Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci Solidarietà”. “Parliamo – precisano Luca Dal Pozzo, Alberto Alberani ed Emanuele Monaci – di circa 500 servizi accreditati frequentati da 23.000 persone nelle residenze e 4.500 nei centri diurni, con altri 18.200 utenti fragili che vengono seguiti con assistenza domiciliare”.
Dal confronto di ieri è emersa la condivisione delle azioni da adottare nei prossimi giorni per proseguire nella collaborazione tra Regione e cooperazione sociale.
Elaborazione di linee guida chiare e condivise per le procedure di accoglienza e di diagnostica all’interno delle strutture per anziani.

  •  La possibilità per le cooperative sociali di procedere con l’autofornitura e gli acquisti in autonomia di mascherine e dispositivi di protezione individuale, evitando così incomprensioni con la Protezione Civile.
  • Una modalità chiara e condivisa per la fatturazione dei servizi sospesi durante l’emergenza, come i centri diurni per anziani e disabili.
  • La possibilità di impiegare a supporto delle operatrici e degli operatori socio-sanitari (e per svolgere solo compiti ausiliari e non professionali verso i pazienti no Covid) anche personale con esperienza nella cura di persone anziane e caregiver, prevedendo formazioni specifiche.
  • La previsione di una nuova co-progettazione dei servizi in accreditamento rivolti alle persone con disabilità e anziane, alla luce dell’esperienza maturata con l’emergenza sanitaria Covid-19.
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